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Topics - alex

1891
Stradali / Prova Triumph Tiger 1050 (2007)
« il: 03 Gennaio 2011, 10:45:23 »
sono stato molto dubbioso sulla opportunità di inserire questo "personal test" di una moto che ha caratteristiche polivalenti solo sulla carta, ma alla fine il panorama delle moto disponibili a chi vuole fare escursionismo misto con puntate semplici in off è talmente limitato che non è difficile, in pochi interventi, mettere giù un compendio abbastanza completo del parco moto di settore. Per cui eccomi qui, a riparlare del luglio-agosto 2007, periodo in cui mi fu prestata una Tiger 1050 per una quindicina di giorni (evidentemente ero diventato un vero caso umano) in sostituzione di quella fabbrica di San Pietro che era, in quel periodo, la mia MTS in ricostruzione:

Estetica: Qui scendiamo nel soggettivo, a me la Tigrotta piace, come linea....nulla a che vedere con la vecchia, il muso ricorda un po' le Fazer ma guardandolo bene dice categoricamente di no, il taglio è simile ma + grintoso, le 2 bocche sotto incattiviscono il frontale, di contro è larga, boia mondo se è larga...qui si comincia a storcere il naso, vabbè...passiamo di lato...la vasca da bagno che ci sta di lato toglie spazio ed importanza al forcellone, per il resto anche la vista laterale non è male, nulla a che vedere con gli spigoli esagerati delle jap, linee armoniche ma tese, coda che spara alto....e sella che sembra troppo sparata all'insù....non si capisce se è il pilota basso o il passeggero alto... mah.. in + come dicevo la vasca da bagno toglie "aria" al forcellone.
- Posizione: hai voglia di mettere la ruota anteriore da 17", la Tiger è nata col concetto di maxienduro on-off ed almeno concettualmente tale rimane anche la 1050. Cercavo sin da subito di caricarmi sull'anteriore ma nulla da fare: carichi tutto sul culo, questo all'inizio è comodo, ma dopo un po' che ci stai sopra inizia la tortura. La sella è larga, fatta per chiappe oversize e la triangolazione delle pedane rende il tutto simile a un lettino ginecologico, per cui iniziano i crampi (almeno a me che non risalivo in moto dal 7 ottobre scorso). La schiena sta ingobbita per la posizione indotta dalla seduta e dalle braccia, esattamente come col GS, e a lungo andare iniziano le fitte.
Il manubrio è solo un tubo piegato e mal cromato che mi ricorda la Graziella Carnielli di mia sorella quando era bambina, ma di dimensioni a mio avviso giuste per governare il mezzo, forse due centimetri per parte in più ci potevano stare, ma non ho esperienza tale da dirlo con certezza. E' comunque in buona posizione, ma le leve sono lontane dalle dita, tocca andar di registri e ancora è appena sufficiente, e si che non ho le mani piccole!
Ma il serbatoio olio frizione dove sta? non mi pare un comando idraulico!

- Motore: bello, tira sempre e inizia da sotto i 3000, manco fosse un... bicilindrico però ha una curva mooolto piatta, e distribuita in modo eccessivo, come se fosse spalmata su un range di 7000 giri. Ha un allungo entusiasmante ma insomma non dà sensazioni, e preferisco il mio "calcio in culo" e lo strattone alle braccia, anche col limitatore a 8500Rpm.

- Cambio: ma come si fa a sapere quando è entrata una marcia? Già la frizione non ti dà la sensazione dello stacco, poi manco un click, che so... una minima vibrazione sul piede.. nulla! . A volte un clikkino in teza (solo quella!) lo fa, e anche in scalata si sente entrare "qualcosa", ma che corsa infinita ha sto pedale? E siamo sicuri che sia attaccato al rinvio? Boh! Bocciato.

- Ciclistica: il telaio fa quel che può, ma è meglio di quel che potessi immaginare. Quanto alle sospensioni leggendo gli altri commenti pensavo "ecceccappero, sarà l'abitidine alla MTS"... invece io l'abitudine l'ho persa perchè sulla Multi non ci monto da un anno quasi, e appena partito ho apprezzato la coppia ammortizzante che segue docilmente le asperità dell'asfalto, dando impressione di comodità assoluta. Poi sono iniziati i tratti sconnessi, l'asfalto rovinato. davanti mi è parso si fosse allentato il mozzo ruota ma dietro abbiamo registrato il top: l'ammortizzatore segue il primo saltello, segue il secondo, ma al terzo tenta di sgropparti, non ha più freno ragazzi! E porcozzio! Se vuoi rimanere in un range di prezzo secondo me risparmiare sulle sospensioni è il modo migliore per ottenere una moto da cesso quando avresti potuto averne una decisamente decorosa. A questo punto ben vengano le approssimazioni di assemblaggio Ducati, che almeno ti dà una ciclistica sempre in parametri di decenza, no?

- strumentazione: ben leggibile e anche gradevole, però sul display digitale ottieni solo una funzione per volta. E che te ne fai dell'orologio in corpo 76, o del solo consumo istantaneo? Inoltre andare sui pulsanti menù coi guanti è quasi una tortura, e non ho certo guanti invernali o di scarsa fattura!

- Guida: diciamo subito che ho iniziato mooolto tranquillo, e quindi mi è parsa equilibrata e ben concepita, dimensioni a parte. Scende con una leggera esitazione, probabilmente per la sezione dei pneumatici, ma poi si mette giù e lì rimane, anche se è da vedere come si comporta ad andatura più allegra. Allora sono andato sul Costo ^_^
Senza strafare sia chiaro, ma non ho sbagliato nessun tornante su 9 fino alla Barricata. O meglio, uno l'ho preso a sx con la testa nell'altra corsia...vergogna.
Solo che in discesa è una battaglia persa appena provi ad aprire in curva, si siede e ti porta fuori e decide lei il dove. In salita (a 70-80 all'ora) la cosa mi è parsa gestibile, ma in discesa è da paura!! Ho affrontato una laterale sterrata, nulla di che, due tracce di sassolini con l'erba in mezzo. Guidando in piedi le ginocchia rimangono larghe per via del raccordo sella-serbatoio, ma la posizione generale migliora. Le sospensioni lavorano ed hanno un freno buono quanto l'escursione, così a velocità limitata. Ricordiamoci di avere la ruota da 17 e rimarremo a velocità di dislocamento, altrimenti la facciata è garantita. L'ammortizzatore anche qui lavora come se non avesse freno, e non c'è medio di porvi riparo dal momento che non ha regolazione. Girarla è una impresa, gestire l'erogazione appena aumenta la pendenza è impegnativo, almeno così agli inizi... credo proprio sia una bella Tourer, ma di maxienduro ha solo la impostazione in sella ed il look.

La Tigre bianca alla Barricata

Bon, la riconsegnerò tra due sabati, se noterò altro farò aggiunte. Oggi intanto l'ho provata sul bagnato: non so come vada, fra il non conoscerla e il sedere a prova di passaggio di spillo (lo sapevo che uno strascico post-incidente ci doveva esser, lo sapevo! ) non ho superato i 5000 giri. Che non è proprio come suila Multi: qui a 5000 hai ancora da tenere aperto per un bel po'.

In posa al Passo Vezzena
 


1892
Filmati e foto / Caccia all'Endurista. Con trappole...
« il: 02 Gennaio 2011, 11:22:33 »
http://www.youtube.com/watch?v=Jpbg6No3ehY&feature=player_embedded

http://www.youtube.com/watch?v=ZRy5t86e12k&feature=related

OK, vero: molto spesso indisciplinati.
OK, vero: affollano certe tracce esasperando gli altri utenti.
OK, vero: ignorare il rispetto della coabitazione e dei divieti merita una sanzione idonea a evitare che ci si "riprovi"

E' indiscusso, però, che tale sanzione sia comminata da chi vi è preposto e nel modo previsto. E va fatto.
Non mi pare però che sia ammissibile l'autotutela o la tendenza stile Far West della giustizia sommaria, in particolar modo adottando metodi che non esito a definire criminali.
Il tributo lo conosciamo, perché appartiene alla cronaca. E posso assicurare che per uno che viene portato a conoscenza dai mezzi di comunicazione ce ne sono almeno altri 20 che sortiscono i loro effetti pervesi, con conseguenze gravi.
I metodi si chiamano barriera di pietre dopo curva cieca, tronco di traverso, chiodi sparsi sul sentiero, fili metallici tesi ad altezza d'uomo.
Se per i primi c'è il comunque esecrabile esito di un danno anche grave al mezzo, l'ultimo ha le caratteristiche dela dichiarata inetnzione di causare lesioni fisiche gravi. Non mi si venga a dire che chi ha teso il filo non ci aveva pensato.

Sono personalmente scampato a questa allegra goliardata nei lontani anni 70, e mi salvò casualmente il luccichio del filo metallico. Io rallentai, ma chi era con me riuscì ad evitare l'impatto in piena accelerazione solo con una derapata potente e disperata.
Non mi si venga a dire che c'è vigilanza, che il fenomeno è stato ridimensionato. La verità è che il proprietario di un fondo si sente in diritto di tutelarne il possesso con qualsiasi mezzo, e che importa se il diritto di godere in modo esclusivo del pezzo di bosco è costato una amputazione, una lesione interna o ben peggio!!
Retaggi psicologici dettati da una miseria rurale radicata nel DNA e che esacerba dal profondo una aggressività che vede nel motoalpinista solo una dei vari sfoghi.
Non ne sono esenti infatti i fungaioli (gomme delle auto sventrate) i ciclisti (che condividono spesso con il motoalpinista le stesse rotte e quindi le medesime insidie) e perfino la famigliola in scampagnata che ha la malaugurata idea di parcheggiare l'auto a bordo strada (cristalli infranti, carrozzerie abrase, squarci sui copertoni, zucchero nel serbatoio...).
Curiosamente ne escono praticamente indenni i cacciatori, probabilmente per il fatto che un contadino è anche un appassionato di attività venatorie che pratica indisturbatamente 12 mesi l'anno con archetti, vischio, tagliole e tutte le altre amenità del caso.

Una situazione che, se per me è conosciuta e sempre presente nel fondo del mio unico neurone, personalmente mi impone di procedere con cautela ancor maggiore (e una certa tensione latente, ma pazienza) ma che per altri magari inconsapevoli è comunque una minaccia sempre presente e della quale si parla veramente troppo poco.
ed ecco che almeno una testimonianza volevo lasciarla anche qui sul forum, dal momento che, tristemente, è parte dellla attività motoalpinistica anch'essa.

1893
Si è appena concluso (felicemente) un tormentone ed ecco che ne inizio un altro.  sm409

1. Se volessi prendere una moto da weekend in coppia, roba da trotterello rilassato ma che mi lasci comunque la possibilità di usarla quotidianamente e perchè no, di lasciare che la scimmia mi prenda quando vado su per una collina.
2. Se in ogni caso volessi che davanti ci fosse una ruota da 21 e che la moto fosse nata con velleità anche fuoristradistiche. Inoltre deve poter portare un bagaglio decoroso anche se non certo da raid.
3. Se mi interessasse più la economicità di esercizio (nel senso di un tagliando l'anno e morta là) che non la prestazione pura

Questi sono i 3 "SE" ai quali ho provato a rispondere da solo e la risposta sta, per ora, nelle 3 sigle che ho citato nel titolo del Topic.

Punto 1: metto, quasi illogicamente, a confronto una mono paciosa con una Bi con lo stesso motore di stradali incazzate tipo SuperDuke e SMT, una tranquilla e l'altra decisamente votata all'allungo e all'andatura allegra. E la terza ha la pesante eredità della prima tra le vendute.

Punto 2: le uniche che hanno le caratteristiche richieste (in modo almeno sincero ed onesto) mi pare siano queste qui... o ne dimentico qualcuna? da dire che alcune marche le ho omesse per evitare anafilassi e pensieri impuri. E comunque la 21 non c'era, e nemmeno le idoneità Off.

Punto 3: qui sulla carta dovrebbe vincere la 660 monocilindrica, senza contare che un usato recente lo si trova con pochi Km e 5000 euro contro i circa 20K Km di media e i 9000 € della ADV. E quindi forse mi cade la sensatezza di un usato KTM, dato che il conce mi ha proposto una 2010 nuova a 10K tondi tondi...

Poi c'è da dire che dal 2009 la ADV ha avuto importanti migliorie tecniche, mentre la Yamahona pare sia caduta nel dimenticatoio del mercato, forse anche per il nome altisonante che ha gravato come un macigno sulla sua onesta carriera.

Oltretutto c'è il fatto che io vorrei davvero andarci a passeggio, godermi la strada e non aggredirla come un tempo, perché ne ho paura e quindi la cosa diventerebbe oltremodo più rischiosa, per me e per chi sta seduto dietro innanzitutto.

Insomma i concetti di base sono questi qui, e per fare 6-8000 Km l'anno senza patemi ma divertendomi, dovendo scegliere tra una tranquilla a metà prezzo rispetto alla più desiderata (lo ammetto) ma più costosa e cattivella i dubbi sono tanti.
La crisi è che per la prima volta in vita mia sono scettico su quel che dice il cuore nel pensare a una moto. Se la forbice del prezzo fosse molto più stretta avrei già deciso... In caso contrario saprei accontentarmi di una soluzione di ripiego?
Bel casino... spero proprio che voi amici possiate darmi una mano  sm440

1894
Drive in / Scommetto che vi va bene anche l'errore di ortografia
« il: 30 Dicembre 2010, 23:00:06 »
Prima che me ne dimentichi:




Buon Ano a tutti! Perché con un po' di culo, l'anno sarà buono senz'altro!

1896
Alzi la mano chi non ha mai applicato delle carte da gioco alle forcelle della propria bici, nell'eta' in cui vedendo un giornalino porno notavi solo la predominanza di rosa nelle foto..
Interessante notare come nel mio quartiere esistessero due filosofie modaiole:
C'era chi aveva la BMX [Sportiva , semplice, acrobatica, wazzamerican boys] e chi aveva la SALTAFOSS [pesante, gli ammortizzatori entravano in risonananza alla minima deviazione tipo rodeo, indubbiamente la preferita dagli "alternativi"]
Ecco: la CEMPION [scritto così, come se a 9 anni non m'accorgessi di quanto fossero dementi i costruttori] era in pratica la presa per il culo di una SALTAFOSS; dove dovevano esserci gli ammortizzatori c'erano due molle arruginite dalla funzione puramente estetica, la sella aveva un fissaggio a "persuasione" nel senso che rimaneva su' solo a sassate piu' che stringendo i bulloni, era di un color grigio ratto [adesso lo chiamano ANTRACITE ] ma la cosa piu' pietosa era la leva del cambio.
La SALTAFOSS aveva un bel pomello sul tubo centrale , tutto da spingere avanti e indietro e tre belle marce che ti facevan creder d'essere Agostini, la CEMPION aveva un trafilato d'alluminio pericolosissimo per i miei seppur modesti attributi e il bello e' che NON cambiava un cappero.
Dovevi immaginare.
Come se t'arriva davanti la Arcuri e ti dice "Ciao tessoro , so' Manu, adesso Imaggina che me voi fa' " Dunque, nella solita e amena periferia, io e il Ciro ce la giravamo con gran fracasso tra parchetti di siringhe e palazzoni fantasma rimasti dalla speculazione edilizia, un paesaggio fiabesco-avventuroso, davvero.
Preso dalla megalomania di cui sopra e spronato dal pugliese Ciro che aveva attaccato una quantita' di carte spropositata, tipo 3 per forcella, alcune raddoppiandole per dare maggiore rigidita' e quindi uno skioppo piu' udibile.
Arrivato a quel punto, muovere la CEMPION era come tentare di spostare un panettone di cemento a calci, l'unica soluzione era quella di arrivare su un declivio bello alto e lasciare che la gravita' facesse il resto.
Preceduto da un rumore che era quello di miliardi di cavallette delle piaghe d'Egitto,arrivo nel quartiere e citofono a Ciro e Gianlu, detto Pippo.
Ciro scende , scafatissimo, e prende la sua BMX, Pippo dice "adesso scendo" e si sente in lontananza la voce della nonna che dice "di' che deve finire di mengere le friselle*" [digli che devi finire di mangiare le friselle], Pippo non dice e scende , tirando fuori dal sottoscala una bella SALTAFOSS.
Partiamo per la cava usata per la costruzione di vari palazzi, tutti pronti a insanguinarci le ginocchia, io sorrido e cado dalla sella ,svitata, sbucciandomi anzitempo.
Arrivati sulla sommita' della montagnetta , guardiamo in basso... metri e metri di discesa ripidissima, impossibili da risalire senza funi, sassi sparsi e cespugli di ortiche pronti ad arrossarti i gomiti, in fondo luccica il laghetto d'acqua piovana dove noi fregavamo i girini da tirare alle femminuccie colla fionda [naturalmente si schifavano e piangevano, chiamando padri barbuti in canottiera].
Ci interroghiamo con lo sguardo sulla reale consistenza della nostra volonta'..
Ce la faremo a scendere?
Ci ammazzeremo?
Finiremo come quell'altro col braccio ingessato?
Ma sopratutto: Chi scende per primo?
Pippo era desideroso di una forte iniezione di popolarita', essendo per la maggior parte del tempo spiato da madre e nonna iperprotettive [memorabile quella serata estiva in cui, tra zanzare e giochi infantili, dal quarto piano la nonna urlo' "Gienluche! salissu', c'e' le benene che te piece tente!"]
In virtu' di tutto questo , il Pippo nazionale prende coraggio ed esclama "scendo per primo".
Noi si strabuzza gli occhi, e gia' la considerazione per questo homunculus lievita parecchio.
Si prepara: ruota anteriore sul limitare del terribile pendio, sudore copioso e singulti mal dissimulati di nervosismo..
Ha appena il tempo di dire "vado" che scompare alla vista , noi corriamo verso il ciglio in tempo per vedere Pippo in caduta verticale che rimbalza sulla parete della collina [era piu' un fiordo norvegese] totalmente fuori controllo.
Poi l'incredibile..
Anche il piu' pazzo degli stuntman si sarebbe guardato bene dal fare una cosa simile, ma il buon Pippone ci ha dimostrato definitivamente il suo coraggio.. e che le friselle danneggiano i neuroni.
Per frenare il sistema SALTAFOSS-Pippo [che a quella velocita' aveva raggiunto un peso valutabile in 600 kili] il ragazzetto pressa con la suola il copertone anteriore, convinto forse che sarebbe servito ad aiutare i suoi freni spanati..non abbiamo il tempo di chiederci "'azzofa'?!" che la magra gambetta gli scivola e finisce tra le razze in plastica del cerchio.. subitaneo il ribaltamento con caduta libera nel vuoto..
La romantica tavola stile "Domenica del corriere" vede una muraglia e sopra due figure in controluce , con in primo piano un bambino terrorizzato agganciato alla bicicletta con un espressione tipo "Jimmy il fenomeno" del Drive in, paracadutista senza paracadute.
L'atterraggio e' abbastanza morbido, Pippo, fortunatissimo, finisce in un cespuglio.
Di ortiche.
Non urla, non piange..mugola.
"m"....."hmhm".. poi piu' nulla.
Sembra una formica da quell'altezza.
Ci passa per la testa il ragionevole dubbio che sia defunto.
Noi , pallidi, decidiamo di scendere per l'altro versante , lungo un dolce sentiero da favola, dopo 5 minuti arriviamo sul luogo del misfatto.

Grazie a quest'avventura Pippo e' apparso sotto le luci della ribalta, guadagnando la stima della combriccola e dai 13 ai 16 anni tutte le ragazze alle quali si tentava di palpare il palpabile erano ex di Pippo, il superfico.

Sandro, Duca 888 Sp4 "BARNSTORMER" & Multistrada "MANFRED"

1897
Abbigliamento ed equipaggiamento / Giacca Portatarga
« il: 20 Dicembre 2010, 14:10:48 »
Per chi ha comunque voglia di prendersi il rischio di girare senza la targa in posizione codice, questa soluzione quanto meno è pratica, non costringe ai targhini e neanche all'uso dello  zaino


1898
Aprilia / APRILIA RXV 4.5 RALLY REPLICA
« il: 19 Dicembre 2010, 19:55:04 »
Dopo averne tanto parlato, e mentre per la Dakar che sta per partire dovrebbe ormai essere stata fatta la scelta definitiva tra le 2 carene (quella finora portata in gara dal Chaleco e quella più leggera testata recentemente da Zanotti) diventa disponibile l'allestimento Rally Replica per chi già possiede una RXV o per i pochi eletti che ne vorranno una già pronta per le smaialate a lungo raggio  

sm400

APRILIA RXV 4.5 RALLY REPLICA

Si tratta della copia esatta della moto con cui Chaleco Lopez ha ottenuto l’eccezionale risultato alla Dakar 2010, con alcune modifiche scaturite dalle esperienze maturate durante la difficile prova sudamericana. Una moto pronto gara, costruita e assemblata direttamente da Aprilia Racing, il reparto corse della Casa di Noale che da sempre sforna mezzi vincenti in tutte le discipline. Un mezzo senza compromessi, che adotta il meglio della componentistica e che è curato in ogni minimo dettaglio, sia per la parte ciclistica che per il motore, assemblato dagli stessi tecnici che lavorano sulle RSV del Mondiale Superbike. Aprilia RXV 4.5 Rally Replica è proposta al prezzo di € 37.000 IVA inclusa ed è venduta in esclusiva dal Team Giofil (www.giofil.com – giofil@giofil.com).

KIT DI TRASFORMAZIONE
Per chi già possiede una RXV o non voglia affrontare la spesa della moto completa, Aprilia Racing ha approntato un kit di trasformazione per trasformare la propria moto in vista delle gare africane. Si tratta di una modifica radicale della moto, per la quale viene fornito innanzitutto un nuovo telaio modificato (restituendo quello originale). Il kit comprende tutte le sovrastrutture necessarie, dai quattro serbatoi alla carena, dalla sella ai parafanghi anteriore e posteriore, dalla piastra paramotore con vano attrezzi integrato al serbatoio per l’acqua. Ammortizzatore di sterzo Öhlins, ruota anteriore, ruota posteriore con parastrappi, sella rally Dalla Valle con fondo in carbonio, impianto di scarico doppio Arrow Rally Replica, telaietto porta strumentazione, radiatore dell’olio sono gli altri componenti principali del kit. Aprilia consiglia inoltre una revisione completa del motore, al quale vengono apportate le modifiche necessarie per renderlo adatto all’utilizzo nelle lunghe maratone desertiche. Il montaggio è preferibile venga effettuato dai tecnici del Team Giofil. Il Kit, il cui prezzo è di € 16.000 IVA inclusa, è ordinabile sia attraverso Aprilia Racing, sia attraverso il Team Giofil (www.giofil.com – giofil@giofil.com).

PARTI SPECIALI
Sono disponibili anche una serie di accessori e parti speciali specifiche per un upgrade della moto “kittata”. Si va dal motore completo, alla revisione del motore di serie da parte di Aprilia Racing. Nel reparto sospensioni sono disponibili le forcelle Marzocchi da 50 mm con cartuccia Ohlins TTX, così come vari upgrade per la sospensione posteriore comprendenti forcellone allungato, leveraggio rivisto e ammortizzatore Öhlins. Tutte le informazioni e i relativi prezzi si trovano sul sito www.giofil.com.

PACCHETTI ASSISTENZA
L’impegno e l’esperienza del Team Giofil sui campi di gara sarà reso disponibile anche per i piloti privati che decideranno di correre con Aprilia RXV 4.5. Saranno studiati pacchetti ad hoc per le varie gare del Mondiale Cross Country, a partire dal Pharaons Rally 2010 per arrivare alla Dakar 2011. Il Team Giofil sarà presente con il proprio camion assistenza, con la possibilità di accedere al fornitissimo magazzino ricambi. Per maggiori informazioni è possibile inviare una mail a giofil@giofil.com.


1899
Officina / Riparare un carter
« il: 17 Dicembre 2010, 13:39:15 »
Stavolta è toccato al carter... un sasso bastardo e adesso ho la gocciolina d'olio che stilla  sm404

vabbè, per fortuna nel marsupio ho questo:



Una pasta bicomponente che si trova tranquillamente nei Bricocenter, dai ferramenta, ecc..
Molti preferiscono trattare i due lati con una colla o con il cosiddetto "alluminio liquido", ma vi asicuro che il risultato con la pasta tipo Quick Metal Repair è ben più che una riparazione di emergenza.
Per di più, la si può fare anche in mezzo al bosco e senza smontare il carter.
Ma vediamo come usarla in modo normale, ossia lavorando in garage con un minimo di comodità e di attrezzatura.

Servono:
- la chiave a brugola per il carter
- carta vetrata a grana grossa
- carta vetrata a grana fina
- un foglio di Scotchbrite
- una confezione di pasta bicomponente Quick Metal Repair

Corichiamo la moto dal lato di intervento in alto: ci eviterà di dover scaricare l'olio motore.
Innanzitutto smontiamo il carter e nel liberarlo da quello interno facciamo attenzione che la guarnizione non rimanga attaccata anche parzialmente al carter che stiamo togliendo.

Adesso il carter va lavato e sgrassato. C'è chi usa comune sapone per piatti, chi la soda, chi la benzina, chi il pulitore per i freni. Io mi sono accontentato di quest'ultima dopo aver asportato l'olio dall'interno e la schifezza dall'esterno con un straccio e un pennellino per entrare nella crepa.

Carteggiamo a grana grossa un'area di circa 2 cm per lato attorno alla crepa e la crepa stessa, in modo da offrire una buona superficie aggrappante.

Ripassiamo a benzina in modo da asportare tutta la polvere del carteggiamento.

Lasciamo asciugare e laviamo con un po' di ChanteClaire e abbondante acqua. Questo toglierà i residui grassi della benzina, che prima ci sono serviti a emulsionare meglio l'olio, adesso sarebbero una certezza di lavoro mal fatto.

Mentre il carter si asciuga, prendiamo un po' di pasta bianca e di pasta grigia dalla confezione del QMR (rispettando a occhio le proporzioni) e iniziamo a "palpugnarle" assieme con i polpastrelli fino a quando otterremo una massa omogenea, alquanto puzzolente e di aspetto sconcertante. Operazione che richiede almeno 4-5 minuti per essere decente.

Ora applichiamo la pasta sull'area che abbiamo preparato, nel modo meno "a cappero" possibile perchè tutto quel che stenderemo male dovremo carteggiarlo in seguito

Quando il risultato ci pare accettabile, rimuoviamo le sbavature eccessive dal contorno e lisciamo al meglio la superficie premendo molto leggermente. Io ho usato lo stesso cilindro della confezione del QMR.

Ora c'è da attendere un sacco di tempo, per cui l'operazione prevede una lunga pausa durante la quale avremo fatto quel che ci pare. Supponiamo che il tempo necessario sia abbondantemente trascorso e ritorniamo al nostro carter.

Dove prima c'era la crepa con la sua rientranza abbiamo ora una toppa grigiastra e dura, non proprio liscia e vagamente convessa. E' il momento di tirare fuori la carta vetrata fina.
Sintonizzare il cervello nella modalità "Santa Pazienza aiutami tu" e iniziare la lenta opera di carteggio esecitando una pressione omogenea e quasi impalpabile, dedicando più o meno passate a seconda di come vi è venuta la stuccatura (cioè in funzione delle probabili irregolarità). Sicuramente si potrebbe andar più decisi e dimezzare i tempi, ma il risultato finale sarà più soddisfacente.
l'ultima parte di questo lavoro fatelo dopo aver bagnato la carta vetrata.
Lasciate asciugare e prendete in mano lo Scotchbrite. altra parentesi angosciante in cui vi sentirete cretini con tutto quel che di meglio c'è da fare.

Una passata di straccio e... dai, valeva la pena di buttarci tutto sto tempo. certo la toppa è di colore diverso, ma adesso si può rimontare il carter certi che farà il suo lavoro per tanto altro tempo ancora.

1900
Officina / Filettatura spanata!
« il: 17 Dicembre 2010, 13:06:46 »
Eddai, mai successo? Non ci credo  sm441

Comunque dopo la prima giustificata reazione (con crepe sismiche nei muri della chiesa del quartiere) e quel minutino abbondante di panico con conati, respirare in modo lento e profondo, e poi: Pronunciare la parolina magica "Helicoil"

Non è troppo difficile. Occorre solo sangue freddo, calma e pazienza.
si fa così:

1) Si fora il foro sfilettato con una punta della dimensione "giusta" (compratela nuova braccini corti che non siete altro, non vale il rischio di far male un lavoro simile, costa un paio di euro!!).
2) Si filetta il nuovo foro con un apposito maschio che ha un passo "particolare" e che fa parte del kit degli Helicoil.
3) Utilizzando un apposito utensile (una specie di giravite particolare) si avvita (con grandissima cautela) l'Helicoil nella nuova filettatura. L'Helicoil è in pratica una specie di molla fatta in modo tale che una volta avvitata nella filettatura "specifica" costituirà a sua volta una nuova filettatura del passo voluto (nel caso delle moto MM6 e MM8 vanno per la maggiore).
L'Helicoil entra nel foro per circa 10 mm, ma esso costituisce una filettatura di gran lunga superiore all'originale, per cui i 10 mm sono sufficienti per l'utilizzo.

ecco una buona descrizione:  http://www.youtube.com/watch?v=RFYa6sjhh_E&feature=player_embedded


1901
Officina / Eliminare le bozze da una espansione
« il: 15 Dicembre 2010, 21:58:16 »
Torni da un giro con la tua moto e ti accorgi che hai bozzato la marmitta.

   smban

Cosa devi fare? Comprati una nuova marmitta!!
No dai, provo a dirti una dritta che mi disse un "Guru" tanti tanti anni fa:
Tira giù l' espansione dalla moto (non ci avresti mai pensato, dì la verità  :sign0151:.
Ci sono vari metodi per ripararla dalle bozze. Quello più semplice e rapido è quello di riempire la marmitta di acqua, ma proprio piena piena, senza bolle d'aria. Ora devi tappare perfettamente i 2 fori (quello che va dal motore all' espansione e quello dall' espansione al silenziatore).
Per fare ciò puoi utilizzare dei tappi in sughero o in gomma che andrai a spingere nelle cavità in modo da incastrarli per bene (puoi batterli con un martello in gomma senza esagerare). Ti consiglio di passare del filo di ferro sopra i tappi e allacciarlo agli attacchi dell' espansione come sicura (poi vedrai il perché).

Sbatti la tua espansione tappata nel congelatore, tra le salsicce e i broccoli, e controlla ogni 10 minuti. Appena vedi che la marmitta si è gonfiata e la bozza è scomparsa leva immediatamente il pezzo e lascia far sciogliere il ghiaccio. Successivamente asciuga perfettamente tutta l' espansione utilizzando un panno o soffiandola con dell' aria compressa. Concludendo rimonti la marmitta serrando bene le viti.  

Come sarebbe "Non ho il congelatore" ????  sm41

Allora adottiamo il piano B.
procurati un bruciatorino a butano, di quelli Camping Gaz che si usano per sverniciare le imposte, tanto per capirci.
e porta il compressore vicino a dove stai lavorando.
Ora al posto dell'acqua metterai aria compressa. Come? Beh, al tappo che metterai sul collettore avrai inserito una valvola di quelle delle ruote  sm13 quindi usarai la pistola gonfiagomme.
Se il tappo l'avrai fatto in nylon, l'inserimento della valvola darà la espansione (!!) giusta affinché non si stappi sul più bello. Tu comunque i soliti giri di fil di ferro daglieli  sm450

Basta portare la pressione interna a un bar in più, non occorre molto di solito, le espansioni sono piuttosto sottili.
Adesso prendi il bruciatore e passalo lentamente sulla superficie della marmitta, lentamente mai mai rimanendo fermo in un punto e insistendo sulla parte da raddrizzare, sempre con movimento avanti/indré lento ma costante.
E per miracolo, continuando eventualmente a pompare un po' di aria (solo se non si vede alcun risultato) POP!! pian iano la bozza torna a posto  sm413

hai capito adesso, perchè si chiama "espansione" ?  :29:

1902
Officina / Riparare il serbatoio (in alluminio o in acciaio)
« il: 15 Dicembre 2010, 21:39:47 »
Opps, quella caduta di ieri sembrava innocente e invece ecco lì, il serbatoio ha una piccola perdita proprio dove si è fatto quello striscetto  sm91

Butti tutto? Io proverai a ripararlo, che dici? Compra della Tankerite dal tuo spacciatore di ricambi preferito, che io provo a dirti come:

Per prima cosa Mister Ovvio dice che devi svuotare completamente il serbatoio della moto (puoi semplicemente aprire il rubinetto e staccare il tubicino dalla presa al carburatore). Poi scollega tutti i fili o tubi collegati ad esso e procedi con lo smontaggio del serbatoio. Prima togli le plastiche dei convogliatori e poi quelle di fissaggio del serbatoio. Stai attento nell' estrarlo perché potresti aver scordato di scollegare qualche filo o tubetto. Dici di no? Tutti quellli che strappano qualcosa l'hanno detto....  :098:

Ora hai il serbatoio in mano. Posizionalo in modo da far uscire le ultime gocce di benzina. A questo punto tanto vale approfittarne per dargli una bella pulita, e quando capita più l'occasione? L'ideale sarebbe disporre di pallini da caccia, ma se non ne hai (e non posso biasimarti)  prendi dei bulloni o dadi e versali all'interno insieme a del solvente (ottima è la trielina). Agita il tutto e procedi con il ripetere dell'operazione fin quando non uscirà una soluzione pulita. Successivamente sciacqua con acqua e sapone di marsiglia (yesss, il magico ChanteClaire va benissimo) esagera usando anche dell'alcool e asciuga tutto per bene con un panno pulito. *

Adesso prendi dell'acido antiruggine e versalo all'interno del serbatoio. Lascialo agire per qualche ora (1 - 2 ore vanno più che bene) e in seguito risciacqua con dell'alcool. Poi chiudi il buchino o la crepa con del nastro adesivo (compreso il foro del rubinetto della benzina) e lascia libero solo il foro del tappo. Miscela la tankerite con il catalizzatore e versa la soluzione attraverso l'unico foro aperto e chiudilo immediatamente con una palla ricavata da uno straccio ricoperto di domopack.  Si lo so, è una cosa rozza e tu non sei abituato a fare cose del genere, ma funziona, fidati.

Ora devi ruotare lentamente il serbatoio in modo che si depositi uniformemente uno strato della soluzione protettiva su tutta la superficie interna del serbatoio (dopo circa 20 minuti la miscela protettiva non scorre più). Infine leva tutti i nastri che coprivano i fori e le crepe e lascia asciugare il tutto al chiuso per (sigh...) 7 giorni almeno.

Se il lavoro è stato fatto decentemente e con attenzione, il serbatoio è pronto per fare il suo porco lavoro ancora per un pacco di anni.
Alla riparazione estetica del danno ci penserai poi, con un po' di stucco per carrozzieri.


* = dimenticavo: se sei un fumatore, in questo passaggio fai un sacrificio e trattieniti, ti conviene, credimi  sm444

1903
Ciclistica / Sostituzione cuscinetti del mozzo anteriore
« il: 15 Dicembre 2010, 21:27:09 »
I cuscinetti si rovinano perché "girano" sempre e molto, risentendo degli agenti esterni (acqua, polvere, fango) e delle ... sollecitazioni cui li sottoponiamo, per cui è doverosa una ispezione periodica per accertare lo stato di usura ed eventualmente dare una generosa dose di grasso idoneo.
Ma se ci accorgiamo che esiste gioco, cosa fare? Portara dal meccanico, per la maggior parte di noi è quasi d'obbligo visto che non siamo più quei "duri e puri" di una volta. Eppure con un po' di buona volontà e qualche dritta possiamo farcela tutti. Come?


Occorrente

    * 2 cuscinetti nuovi
    * 2 parapolvere nuovi
    * Grasso idrorepellente
    * Brugola
    * Punteruolo
    * Martello in gomma e normale
    * Cacciavite a taglio
    * Un panno pulito
    * Una chiave esagonale



Per prima cosa si deve smontare la ruota anteriore: si svita il tappo del perno passante con una brugola, poi con una chiave si allentano i 4 perni esagonali che bloccano il perno sulla forcella, e poi va sfilato quest' ultimo. Successivamente sfileremo i parapolvere con un cacciavite e poi con l' aiuto di una pinza apposita, o di un cacciavite, sganceremo la molletta di sicurezza che si trova sotto il parapolvere (quasi in tutte le moto dovrebbe essere dal lato del disco). Poi provvederemo a liberare la pinza freno dal disco avendo cura di interporre uno spessore in materiale morbido (legno, plastica) nella stessa, in modo da non far fuoriuscire i pistoncini nel caso di inavvertita pressione sulla leva del freno.


A questo punto posizioneremo la ruota su di un piano rigido in modo che il foro di uscita del cuscinetto sia libero (al di fuori del bordo del tavolo di lavoro). Poi prendprnderemo un cacciavite a taglio abbastanza lungo e cercheremo con la sua punta il bordo del cuscinetto a noi contrapposto. Con un martello inizieremo a picchiare dei colpi secchi cambiando il punto d' urto costantemente per evitare che il cuscinetto si inclini.


Tolto un cuscinetto, dovremo a questo punto sfilare un cilindretto di acciaio (è un distanziale interno al mozzo che tocca sui due cuscinetti e li blocca in modo vincolato internamente al mozzo) e subito lo puliremo per bene con dei solventi sgrassanti. Puliremo anche la sede mozzo con un panno, verificando che non presenti abrasioni, rigature o qualsiasi altro danno: la superficie deve presentarsi pulita e liscia. Successivamente, picchiettando sul bordo del cuscinetto rimasto, sfileremo anche l' altro e puliremo bene anche la sua sede.
A questo punto prenderemo i nuovi cuscinetti e ne ingrasseremo abbondantemente tutti i lati e la superficie esterna con del grasso idrorepellente.


Ora bisognerà mandare in sede i due cuscinetti, ricordandoci di interporre il distanziale cilindrico. Per mandarli in sede utilizzeremo una chiave a tubo delle dimensioni del cuscinetto e con dei delicati colpi di mazzetta gommata li spingeremo in sede fino alla battuta di arresto.

Per allinearli perfettamente si prenderà un punteruolo col quale picchiettare sui bordi.

Infine riposizioneremo la molletta di sicurezza con l' apposita pinza seger o col cacciavite (evitando di farcela saltare in faccia) e ingrasseremo per bene i parapolvere nella loro parte concava.

Poi li spingeremo nella sede aiutandoci con la mazzetta di gomma. Fatto ciò prenderemo la ruota e la rimonteremo facendo passare il perno tra la forcella ed i cuscinetti. Dopodiché dovremo avvitare la testa del perno mozzo senza serrarla del tutto, pompare le forcelle 2 o 3 volte e concludere stringendo sia la testa del perno, sia le viti con testa esagonale. A proposito di quest'ultima, suggerirei di sostituirle, nell'occasione, con perni a brugola dello stesso passo e lunghezza. Qualsiasi bullone che potrebbe venire a contatto con pietre o col suolo rischia di diventare inutilizzabile nel malaugurato caso che si smangiasse la testa esagonale, con la brugola l'inconveniente è pressochè scongiurato.

Non ho parlato di coppie di serraggio perché normalmente nei mozzi troviamo cuscinetti piani che non necessitano nè di precarico nè di serraggio, e per loro sarà sufficiente l'opera del distanziale. Nel caso in cui doveste trovare dei cuscinetti conici (Timken o similari) farete riferimento al manuale di officina... io fin lì non arrivo, sorry!!

 :-*  Buon lavoro!


1904
Comunicazioni / Passione Moto, Padova
« il: 13 Dicembre 2010, 16:13:02 »
Vado a vercare aggiornamenti sul Bike Expo e che ci trovo?

Non più la data prevista per Gennaio, ma una nuova manifestazione con connotati, pare, differenti e una diversa agenda (marzo)
Se andiamo ad aprire la Homepage del sito dedicato ecco cosa appare:

http://www.bike-exposhow.it/

PASSIONE MOTO - 5/6 marzo 2011.
che sarà??

Semplicemente una sede stabile per la grande vetrina per le Moto d'Epoca organizzata da decenni a cura di Intermeeting.
Su una superficie di 20.000 mq si riuniranno commercianti, preparatori e restauratori; club e registri storici, ricambistica, accessori e abbigliamento, custom e il settore dei privati con moto d’epoca e usate in vendita.
Grande occasione per chi ha passione della moto e della sua storia, dalle origini ad oggi (o quasi).

1905
Comunicazioni / Rallentatori killer: qualcosa si muove
« il: 10 Dicembre 2010, 13:22:59 »
Ancora attaccati alle verità che derivano dalla corrispondenza a parametri tecnici e non a un senso comune di pericolosità.
Ma comunque è già qualcosa che in un modo o nell'altro la verità sia stata conclamata...

http://www.motociclismo.it/due-motociclisti-morti-sul-rallentatore-condannati-funzionari-comunali-moto-10127