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Topics - alex

1936
Ma voi che usate, per evitare di scendere dalla moto e ordinare uno spriz al bar con la voce di Calimero?
Io ho anche provato quei collari in microfibra, ma non li reggo!  :( Se ne vanno a spasso per il collo, scaldano in modo feroce e fanno sudare.
Sto pensando seriamente di tornare al sottocasco in seta. Controindicazioni per l'off, a parte una certa ridicolaggine?  sm17

1937
Motore / KIT TRASFORMAZIONE FRIZIONE MECDRAULIC
« il: 14 Ottobre 2010, 13:15:56 »
Cercando in rete dei riser per la RXV mi sono imbattuto in questo kit.
Parrebbe completo, dalla pompa al pistoncino dell'attuatore nel carter, d è disponibile per un sacco di modelli e marche (tra le quali anche per le Honda AT e ST)

http://www.motorbikecomponents.it/product_info.php?npro=Kit_trasformazione_frizione_Mecdraulic_-_Aprilia_450_RXV_SXV_-_Aprilia_550_RXV_SXV&products_id=16592&ncat=Motore-Kit_trasformazione_frizione&categories_id=1249&sottocategories_id=1289&sort=2a&page=1&

Avete una idea sulla validità dell'accrocchio?  sm17

1938
Quello che segue è una summa, basata non su basi tecniche certe ma più modestamente su quel che so e che ritengo essere il modo non dico corretto, ma meno approssimato possibile, per quanto mi è dato di sapere, per impostare una base di partenza sulla quale costuire il nostro modo di ... motoalpineggiare  smche

Primo step: SEMPRE IN PIEDI!
O almeno, il più possibile. Io stesso ho la tendenza a sedermi nei trasferimenti semplici in sterrato, o quando inizio a sentire la fatica. Invece dovremmo mantenere quanto più è possibile la posizione "in piedi" sulle pedane. Ma basta alzarsi per avere una postura corretta in moto?
No. Visto che non dobbiamo fare il tempo, possiamo rimanere rilassati, quindi non in posizione aggressiva o "di attacco" come si dice nel cross. Però dobbiamo imparare a non rimanere a piombo sulle pedane. La posizione corretta è quella di busto leggermente avanti per aumentare la sensibilità dell'anteriore. Questo spostamento in avanti, allo stesso tempo ci fa aumentare la pressione sulle pedane e quindi la trazione.
Attenzione a portare in avanti tutto il corpo e non solo il bacino: molte volte si tende a spostarsi in avanti tenendo istintivamente il busto ancora perpendicolare al terreno: questo ci fa sembrare dei deformi, stanca prima e non giova a nulla, anzi le braccia lavorano male.
Abituarsi a stare in piedi ci porterà pian piano a fare in quella posizione praticamente tutte le manovre, anche quelle che in testa abbiamo catalogato come "da fare seduto". Io ad esempio tuttora mi siedo per fare una curva stretta, ed è solo perchè non ho ancora capito bene la distribuzione delle masse sul 4T. Ma se mi costringo a rimanere in pedi, vedo che la cosa viene bene lo stesso, e qualche volta anche meglio  ;D



La posizione fondamentalmente è questa in foto. Chi è di statura un po' sopra la media si troverà un po' a disagio e avrà l'impressione di caricare troppo il manubrio creando una eccessiva reattività dello stesso in situazioni di scarsa aderenza. L'istinto porterà quindi ad arretrare il busto o peggio il bacino: non facciamolo! L'avantreno diventerà leggero e perderemo direzionalità in modo considerevole. Paradossalmente, chi è avvantaggiato, in questa situazione, è proprio chi si lamenta dell'altezza delle moto da enduro  smban

1939
Consigli per iniziare / La preparazione fisica
« il: 11 Ottobre 2010, 11:23:15 »
Specialmente a una certa età  :( e in particolar modo dopo aver lasciato pezzi di osso su piste e statali assortite, dopo aver passato una settimana alla scrivania o in auto, intervallando questa attività col sollevamento forchetta, quando nel fine settimana ci si mette in moto l'entusiasmo è alle stelle e ci pare di poter finalmente spaccare il mondo.
In realtà, triste ma reale, siamo in quel momento tremendamente esposti ed inermi sia verso la fatica, per quanto relativa, che andremo ad affrontare, sia verso le conseguenze di una banale "appoggiata" a terra, che anche lei da un canto è amplificata dalla elasticità che contraddistingue chi ha passato i 40, dall'altro impone tempi di recupero non proprio da pit stop di F1.
Bene, ora, terque quaterque taesticula tacta, vediamo come un minimo di impegno infrasettimanale può esserci d'aiuto, in modo da non andare a fare i Lampkin o i Cairoli con la preparazione fisica di un ceppo di robinia.

Iniziamo a riprenderci un minimo di elasticità
L’allenamento ideale per chi pratica fuoristrada in moto deve prevedere il miglioramento della flessibilità articolare/muscolare al fine di prevenire infortuni e migliorare la mobilità sulla moto.
Questo tipo di obiettivo viene spesso sottovalutato o, ancora peggio, ignorato dalla maggior parte dei praticanti del fine settimana, in quanto il profano (dell’allenamento) non percepisce una diretta correlazione tra flessibilità muscolare e performance… Inoltre diciamola tutta, abbiamo una voglia di metterci a far ginnastica, durante il giorno, che è parificabile solo al desiderio di ricevere una raccomandata dall'Ufficio delle Entrate.

Migliorando la flessibilità muscolare si ottengono anche aumenti di forza oltre all’aumento della “libertà” delle articolazioni. E tutto in pochi minuti al giorno e senza fatica alcuna. Provare per credere.
E’ fondamentale quindi inserire nella propria routine esercizi di stretching e mobilità articolare. L’ideale sarebbe dedicare 1, 1,5 ore consecutive almeno una volta alla settimana impegnandosi in un circuito di stretching appositamente creato per la muscolatura (cosce, dorsali, braccia ed avambracci) e le articolazioni più sollecitate (come polsi, caviglie, collo, anche, colonna vertebrale e ginocchia).
Gli esercizi di stretching sono molto utili per prevenire fastidiosi fenomeni di indurimento muscolare, come, per esempio, quella degli avambracci!
Una proposta d’allenamento ridotto ai minimi termini, tanto per riprendere coscienza del fatto di avere un corpo anche quando non lo rimpinziamo di porchetta, che potrebbe andare bene al fine di ottenere una buona mobilità articolare e una buona flessibilità muscolare, inizia da qui:

   1. Circonduzioni del collo 15 ripetizioni x senso di rotazione
   2. Circonduzioni “in avanti” delle spalle 20 ripetizioni + 20 “indietro”
   3. Circonduzioni dell’anca “in avanti” 20 per anca
   4. Stretching per il collo 1' x lato
Il tutto, fatto in maniera morbida e senza fretta, pensando a quel che si sta facendo, già ci fa star meglio e riscontriamo già una migliorazione posturale.

Conviene aggiungere poi qualche altro piccolo esercizio di allungamento, che ci farà inevitabilmente sentire un po' fessi ma completerà lo scioglimento articolare:
5. Stretching per i Pettorali 1 minuto x braccio --> basta alzare il braccio teso portando la mano più in alto della spalla e così poggiare il palmo al muro, forzando l'articcolazione scapolo-omerale in modo leggero.
6. Stretching per la “catena muscolare posteriore”  x 2 minuti --> ci si mette a 90°, una volta tanto non davanti ai superiori, a braccia tese impugnando la spalliera di una sedia. Noente di impossibile, quindi.
7. Stretching della catena “crociata” 2' x lato. Stesi sul letto, a pancia in su, portiamo un ginocchio flesso dall'altra parte del corpo, tenendo le spalle a contatto col materasso. La manovra è agevolata dalle braccia tese a croce.
8. Stretching degli “ileo-psoas” 1' x gamba --> qua a spiegare so caxxi... mi cerco una foto

9. Stretching degli avambracci --> Messi a “carponi” ed appoggiati i palmi delle mani al terreno con le punta delle dita rivolte verso le ginocchia. Gomiti completamente estesi. Rimaniamo in questa posizione per 2'.

Gli esercizi appena esposti vanno ripetuti per almeno 2 volte in “circuito”, dal numero 1 al numero 9 per poi riprendere dall’inizio. Inutile? Provate, poi mi dite. Io li conosco perchè hanno fatto parte della mia fisioterapia post-incidente, e costituiscono la parte che precede il ripotenziamento muscolare, mia grande incompiuta (e si vede)

Ripeto, è una attività minima che non solo ci farà sentire meglio in ufficio o in giro per compere, ma ha una grande importanza per la prevenzione di infortuni che si sarebbero potuti evitare con una semplice elasticità muscolo-scheletrica normale.

Ora, se vi interessa, prerparo una piccola scheda sulla preparazione muscolare di base vera e propria.


1940
Filosofia motoalpinistica / Lo fate? E se si, dove e come?
« il: 09 Ottobre 2010, 19:21:24 »
No, non sono curioso oltre il senso della decenza  ;D

Mi pacerebbe solo sapere quali sono i pregi ed i difetti della pratica del fuoristrada in genere lì dove vivete.
Insomma, riuscite a fare i vostri giri più o meno liberamente? In che modo e con che importanza l'ambiente sociale impatta con la vostra passione?
Che tipo di uscita prediligete, che tipo di fondo, quale sarebbe la durata ideale di una uscita veramente "coi contro....", insomma tutto  :)

1941
Filosofia motoalpinistica / Enduristi Trializzati
« il: 09 Ottobre 2010, 13:21:36 »
E' un fenomeno che si nota in modo evidente anche nel piccolo della nostra Comunità. Pare che al compimento degli "anta", o poco più, l'endurista di questi tempi subisca una sorta di conversione spirituale, per la quale vende la moto e si compra una trail, a volte pronto-gara a volte attrezzata per l'escursionismo più o meno alpinistico.

Senza avere, chiaramente, la pretesa di definire in modo assoluto il motivo per cui questo avviene, io sto qui a chiedermi come è possibile che ci sia questo esodo di massa.
Non può essere una improvvisa popolarità del trial. E' una disciplina di nicchia e sempre lo rimarrà (per fortuna) a meno che questa tendenza non assuma gradualmente picchi rimarchevoli.
Non penso nemmeno si possa affermare che le braccia stanche e il fiato corto inducano l'endurista attempato alla ricerca di una disciplina meno faticosa, perché il trial è sicuramente differente quanto a sforzo, ma le energie le richiede in modo massiccio anche lui.
E non è nemmeno poco tecnico il trial, anzi vuole rigore e preparazione che a volte nell'enduro possono essere rimpiazzate da una sana improvvisazione del tipo "chiudo gli occhi e vado".
Dubito fortemente che si tratti di una presa di coscienza. Nel senso che non penso che un dilagante pentitismo, o il solo voler prendere le distanze dai vandali che rovinano l'enduro, possano di punto in bianco ammazzare una passione. Non venitemi a dire che la passione è la stessa e viene tuttalpiù traslata cambiando solo la moto, perchè a livello di sensazioni la differenza è abissale, sia in termini di velocità sia in termini di tecnica di guida.
Mi parrebbe riduttivo pensare che si possa passare al trial perchè si dà meno nell'occhio, perchè è più tollerato in quanto l'ottica popolare lo identifica ancora come un mezzo "environment-friendly" o perché alla fine della fiera quel che coll'enduro viene criminalizzato col trial passa, agli occhi della massa, per una simpatica gigioneria di cinquantenni con sindrome di Peter Pan. Anche se, provocatiramente, mi spiegherei, a questo punto, gli atteggiamenti da "bimbo buono della classe" che a volte vengono presi puntando tranquillamente il dito verso gli enduristi. una guerra fraticida che non porta da nessuna parte.

Per cui chiedo a chi lo ha fatto, a chi sta pensando di farlo, a chi ha un amico che "ha saltato il fosso" (ma non più in moto  ;D) cosa spinge questa tendenza.
A me viene solo in mente che può essere strettamente collegata a una regionalità che determina una scelta, in qualche modo palese vivendo in quel contesto (ad esempio mi viene in mente che l'entroterra ligure è più percorribile con un trial/trail piuttosto che con una enduro gara da 450cc) oppure a politiche di conservazione del territorio iù o meno penalizzanti. sarà vero?  sm17

1942
Ciclistica / Perchè abbassare la moto a volte è un rischio
« il: 07 Ottobre 2010, 11:18:03 »
Non siamo tutti uguali. Ok, sarà anche incostituzionale ma è un dato di fatto: per montare su una moto da enduro, al giorno d'oggi, o devi avere il cavallo alto, oppure, se hai sotto la vita... un pony  ;D devi avere manico o quanto meno una padronanza dell'attrezzo che dia tranquillità nella maggior parte dei frangenti.
Per semplificare le cose, i ponydotati, ma anche quelli che vogliono avere caratteristiche più "motoalpinistiche" da una Enduro cosa fanno?
Molti scelgono una Free Rider (ossia l'unica che finora esiste) altri attendono Godot  ;D ed altri.. lavorano di sospensioni.
Che è, quest'ultima, una strada impervia come una mula dietro Albenga  :D

Cosa succede quando abbassiamo la moto sfilando le forcelle e dandoci dentro con la registrazione del precarico del mono? Si alterano le geometrie della moto.
Hummm.... vi vedo alquanto basiti...
Forse è meglio partire da un passo indietro:
Di solito, quando si parla di geometria del motociclo ci si riferisce a 3 dimensioni chiave della nostra amata moto:
- il passo, ossia la distanza tra i punti di contatto dei pneumatici con il piano stradale
- l'angolo di inclinazione dello sterzo, cioé l'angolo compreso tra l'asse verticale e l'asse di rotazione dell'avantreno (cannotto dello sterzo)
- l'avancorsa.

Minkia che è l'avancorsa...  sm17
l'avancorsa è la distanza tra il punto di contatto della ruota anteriore con la strada e il punto intersezione dell'asse dello sterzo sempre con il piano stradale

Il ragionamento che pretendo (senza averne la competenza) di portare avanti parte da questo disegnino trovato sul www


e dalla relativa spiegazione del significato di quei segni strani e quelle righe tracciate qui e là:
* p= il passo;
* d = l'avanzamento ovvero la distanza tra l'asse dello sterzo ed il centro ruota anteriore;
* e = l'inclinazione dell'asse di sterzo;
* Rr= il raggio della ruota posteriore;
* Rf= il raggio della ruota anteriore;
* tr= il raggio del pneumatico posteriore;
* tf= il raggio del pneumatico anteriore.
* = il raggio dell'asse del toro della ruota posteriore;
* = il raggio dell'asse del toro della ruota anteriore;

Toro  sm17



NOOOOOOOOO!!!  sm_lau NON QUEL Toro!  smban

Comunque dicevamo:
L'avancorsa e l'angolo di inclinazione dello sterzo sono particolarmente importanti in quanto definiscono le caratteristiche geometriche dello sterzo, e quindi concorrono a definire la maneggevolezza e la stabilità direzionale del veicolo. Mica micio-micio baubau...
Durante il moto (della moto) la tenuta di strada è garantita dalle forze laterali di attrito che agiscono perpendicolarmente all'intersezione del piano delle ruote con il piano stradale. Le forze laterali, invece, hanno sede nel piano stradale stesso.
Le forze laterali esplicano dei "momenti" (ossia delle "coppie") attorno all'asse dello sterzo proporzionali alle distanze an e bn del disegnino che ho messo qui sopra; distanze che sono legate - e qui non c'è via di scampo, cari miei - al passo e all'avancorsa.
Le moto da alpinismo (o meglio: quelle che erano e che adesso "vorremmo" fossero moto da alpinismo), cosa più che mai evidente con le moto da trial, sono caratterizzate da avancorse modeste rispetto al passo. Questo probabilmente è dovuto alla necessità di rendere i veicoli maneggevoli alle basse velocità; poichè il carico sulle ruote anteriori risulta elevato a causa della bassa velocità che fa "sentire" il peso del mezzo, e per il fatto che c'è da spostarsi anche esageratamente in spazzi moooolto limitati, la scelta di una avancorsa piccola diminuisce il valore della coppia che il pilota deve applicare al manubrio per eseguire una determinata manovra. In sostanza, viene privilegiata la meneggevolezza a scapito della stabilitàdirezionale. Infatti se con una trial provate ad aprire su uno sterro veloce...  ;D
E fin qui ci sono arrivato.  :(

Ma per quanto basso, il rapporto dell'avancorsa con i ° di inclinazione dello sterzo non potrebbe mai essere negativo. In quel caso le forze laterali, o di attrito (ricordate? Stanno a terra...) genererebbero una coppia attorno all'asse dello sterzo che tenderebbe ad accentuare la rotazione dello sterzo appena lo incliniamo. La forza di attrito amplificherebbe perciò l'effetto perturbativo. Frasona ad effetto che, detta come mangio, significa solo che non si riuscirebbe a stare in piedi  :o

Ma allora perchè, al contrario, le moto da enduro hanno una avancorsa decisamente più importante? Perchè non possono avere la stessa maneggevolezza di una moto da trial, che a tanti di noi farebbe comodo?
Perchè l'avancorsa può diventare negativa a causa del profilo del percorso, ad esempio quando la ruota entra in contatto con un gradino o un dosso, per superarli. E questo avviene parecchie volte al minuto  ;D
Concludendo possiamo dire che:
- valori piccoli dell'avancorsa generano momenti raddrizzanti piccoli; come conseguenza lo sterzo viene percepito molto leggero ma la stabilità direzionale risulta modesta. Piccole perturbazioni del piano stradale provocano facilmente la rotazione dello sterzo;
- valori elevati dell'avancorsa generano momenti raddrizzanti grandi; il veicolo viene percepito direzionalmente stabile ma necessita di coppie applicate al manubrio da parte del pilota più elevate, a parità di cambiamento di traiettoria.

Ma che cosa volevo dimostrare, con tutta sta pappardella?  sm17
Ah si!  :-\
 :-[
Che intervenendo in qualsiasi modo sulle sospensioni, sfilando la forca, cambiando le biellette... e roba varia, bisogna tener presente che se l'intervento è fatto in maniera empirica andremo inevitabilmente a modificare il rapporto tra avancorsa e angolo di sterzo, dal momento  che cambiamo tutti e due i valori che devono lavorare assieme perchè la moto vada come deve andare.
Se questo viene fatto al di fuori dei crismi è logico che i forum specialistici saranno affollati da richieste di suggerimento per riavere stabilità direzionale, o per ripristinare la corretta percorrenza in curva, o per evitare l'effetto calcio in culo del mono.
Insomma famolo, ma non famolo "strano" ! Almeno in questo caso  :D

1943
Officina / Sostituzione pacco frizione: 2 domandine
« il: 04 Ottobre 2010, 16:46:55 »
In previsione di quando sarà (più tardi possibile  ;D) sapete dirmi per favore:
- se è corretto adagiare la moto sul lato opposto al gruppo campana, per evitare di cambiare l'olio. Secondo me no e mi pare una schifezza di lavoro;
- se è veramente una cura di longevità per i dischi quella di immergere in olio quelli conduttori, lo domando solo perchè ora come ora mi darebbe qualche problemino reperire un recipiente idoneo.

Poi ci aggiungo due altre cosine che mi piacerebbe sapere:
- è possibile aggiungere un condotto di spessore minore, per tirare avanti ancora un po', oppure è energia sprecata?
- i conduttori normalmente si trovano col materiale di attrito in sughero o qualcosa che ci asomiglia. Però ho visto che ci sono aziende specializzate che ne producono anche con il carbonkevlar. Qualcuno per caso sa se ci sono vantaggi di resistenza al lavoro, o all'usura, con quest'ultimo materiale? E se magari, per contro, insozza prima l'olio (benedette le frizioni a secco....) coi propri residui?

1944
Abbigliamento ed equipaggiamento / PMR: qualcuno li usa?
« il: 30 Settembre 2010, 12:07:03 »
In garage ne ho una coppia ormai in disuso, però ogni volta mi viene in mente che potrebbero tornare utili anche in una uscita in mula.
Rimane il fatto che "tirano" pochino di per sé (non oltre i 5 Km in linea d'aria e campo libero) per cui in bosco non penso possano rappresentare una valida soluzione per una emergenza, tipo "mi sono perso a un bivio" o "ho forato". O almeno, non in tutti i casi. Credete che valga comunque la pena di portarseli dietro, dal momento che sono piccolissimi e pesano un niente? Si sa che il telefono molto spesso non ha campo, dove si va a mettere le ruote  :(

1945
Ciclistica / Pneumatici Enduro: quale scelgo?
« il: 28 Settembre 2010, 19:26:05 »
Chi pratica enduro sa bene quanto la scelta sbagliata di un tipo di gomma possa rendere la guida difficile e soprattutto pericolosa...

Con queste mie esternazioni sconclusionate, voglio cercare di dare quante più informazioni possibili sulla scelta di un treno di gomme da enduro...
A mio parere la prima cosa da sapere prima di comprare un treno di gomme, è il tipo di terreno su cui si andrà a girare. Inutile dire "sono meglio queste" o "io mi trovo da dio con quest'altre": l'enduro infatti è fatto di pietre, di sabbia, di terreni di ogni tipo, per una guida sicura e performante è giusto quindi che oltre ad un corretto settaggio delle sospensioni la nostra moto abbia un adeguato treno di copertoni, adatti a quel che troviamo quando andiamo a fare la nostra uscita nel... territorio di appartenenza.

In commercio ne esistono tantissimi tipi, tuttavia mi limiterò a descrivere le gomme che ho provato personalmente.

Pirelli Mt 21

a mio parere rappresentano un'ottima soluzione per chi usa la moto sia su strada che in fuoristrada. O meglio: per chi usa SU STRADA la moto da fuoristrada.
Le Pirelli mt 21 "Rallycross" infatti grazie alla loro particolare robustezza e alla buona qualità dei materiali usati per i tasselli, rappresentano un ottimo compromesso tra durata e prestazioni, con questo tipo di gomme si possono affrontare centinaia di chilometri su strade asfaltate con un ottima tenuta di strada (grazie ai tasselli abbastanza larghi) e al tempo stesso avventurarsi tra i sentieri di fuoristrada più impervi senza esagerare troppo però.. il loro uso è raccomandabile esclusivamente su fondi duri e compatti. Se le condizioni cambiano, diventano un vero incubo.

Sono disponibili non solo con le misure standard da da 18 e da 21, ma anche da 17 per le vecchie moto da enduro;


Michelin Enduro Competition III

come si può evincere solo dal nome di queste gomme, sono progettate per un tipo di utilizzo prettamente enduristico. Insomma, per chi la moto la sbatte sul carrello e se la porta fino al luogo delle malefatte.
La carcassa della gomma appare molto morbida come del resto anche i tasselli, la gomma infatti riesce a conformarsi al terreno anche su percorsi fangosi e bagnati, tengono molto bene anche sulla sabbia, e sulla terra smossa, gomma tipicamente da stagione invernale quindi...
Vengono prodotte solo in misure 140-80-18 e 90-90-21. La durata della gomma non è a mio parere molto soddisfacente, ma ripaga in termini di tenuta e sicurezza di guida!


Pirelli Scorpion Pro FIM:

vi ricorderete che mesi fa avevo esclamato "Scorpion Pro tutta la vita!". Beh alla fine queste gomme, perfette a inizio carriera, mi hanno deluso un po', nonostante la gomma assomigli molto alle Metzler Six Days quindi tasselli molto pronunciati all'anteriore e al posteriore tasselli bassi e larghi.
Verso il 70% di utilizzo fruobile (ossia consumate del 30%)  ho notato segni di cedimento dei tasselli della ruota anteriore, e innumerevoli perdite di trazione al posteriore che mi hanno obbligato ad abbassare ancora di più la pressione di gonfiaggio... non credo ripeterò l'esperienza. vanno divinamente solo da nuove e io sono un privato squattrinato.

Metzeler Six Days Extreme:

sono delle gomme polivalenti, nascono per le vere competizioni di enduro, hanno un ottima resistenza a tutti i tipi di percorsi sia sul bagnato sia sull'asciutto, il posteriore presenta tasselli molto robusti e non molto pronunciati che riescono però a mantenere una trazione perfetta su molti tipi di terreni... l'anteriore invece presenta tasselli abbastanza sporgenti anche sui lati, il che consente di impostare curve in maniera stabile e sicura...
Unico neo: non sono adattissime a sopportare la trazione di moto dotate di cavalleria importante: durano pochissimo al posteriore, si e no 5 uscite.

Le ho utilizzate anche su un campetto tipo cross, e il risultato è stato davvero ottimo!

Golden Tyre 216

Sono la sorpresa del lotto di pneumatici che ho provato personalmente. Prese per risparmiare su una moto che "non valeva la pena" si sono invece dimostrate praticamente al livello delle Six Days Extreme. Anzi direi che di spalla mi sono sembrate anche leggermente più rigide e quindi più adatte a carichi di coppia elevati. Per contro, durano uguale. E mai usarle su asfalto, si scaldano immediatamente e rimangono sul bitume a vista d'occhio.

Di altri tipi non ho alcuna esperienza, per cui non mi pronuncio.
Però chi avesse altre esperienze, chi avesse avuto esiti diversi dalle gomme che ho elencato... potrebbe arricchire questa minigiuda all'acquisto, magari allargandone il range chessò... alle endurone stradali, alle gazzelle saltafossi, o quant'altro.

1946
CAMBIARE IL LIQUIDO

Possiamo dividere l'operazione in 4 fasi.

   1. Iniziamo mettendo la moto sul cavalletto centrale e assicurandoci che il manubrio sia ben dritto. Questo per evitare che dopo aver rimosso il coperchio della vaschetta della pompa freni il liquido possa fuoriuscire. Togliete appunto il coperchio. Quindi da questo momento non toccate più la leva del freno.
   2. Individuate ora la valvola, o le valvole, di spurgo, sulla pinza del freno. Levate il cappuccio di gomma posto a protezione della valvola e infilate un tubicino di sfiato. L'altra estremità del tubicino deve essere messa in una apposita vaschetta adatta a contenere il liquido esaurito. Con una chiave fissa quindi svitate di uno o due giri la valvola, stando attenti non rimuoverla dalla sede.
   3. Azionate ora delicatamente la leva del freno e il liquido comincerà a defluire; contemporaneamente rabboccate la vaschetta della pompa del freno. Attenzione a non far mai svuotare completamente la vaschetta perché potrebbero entrare bolle d'aria nel circuito. Mantenete costante il livello della vaschetta, fino a quando dalla valvola di spurgo non esce il liquido nuovo(quello usato ha un colore più scuro).
   4. A questo punto serrate la valvola, levate il tubo, e ripristinate il livello corretto nella vaschetta. Richiudete la vaschetta con le due viti, serrate per bene la valvola di spurgo e rimettete il cappuccio protettivo.



LO SPURGO

E' leggermente più complesso e serve un minimo di esperienza e tanta pazienza. Riassumerò il processo in tre fasi. Lo spurgo serve a eliminare la le bolle d'aria presenti nell'impianto idraulico.

   1. Riempire il serbatoio e portare il liquido a livello massimo. Azionare lentamente la leva del freno, fin quando non si vedono più fuoriuscire bolle d'aria dalla vaschetta.
   2. A questo punto si toglie il cappuccio alla valvola di spurgo e come prima si collega il tubicino.
   3. Ora si aziona la leva di comando fino a quando non si indurisce; mantenendo tirata la leva, allentate di circa mezzo giro la valvola di spurgo sulla pinza, facendo fuoriuscire il liquido, e riavvitatela velocemente. Ora ripetete l'operazione fino a che il liquido che fuoriesce dalla valvola e del tutto privo di bolle d'aria.


Un grazie a Matteo 698 di Ting'avert

1947
Impianto frenante / Liceità delle modifiche dell'impianto frenante
« il: 28 Settembre 2010, 13:43:36 »
evviva l'Europa. Ci avrà anche portato l'Euro3 con mappature asfittiche, terminali di scarico tipo barbecue, misele magre da paura, però ogni tanto anche qui in banania republic siamo costretti a recepire qualche normativa più libertaria

Da poco tempo (il 5 agosto di quest'anno, con entrata in vigore dello stesso venerdì scorso 24 settembre) è toccato alla possibilità, per i possessori dei motocicli, di apportare modifiche migliorative all'iampianto frenante, sostituendo quello originale con altro aftermarket,  purchè detti impianti sostitutivi siano omologati per il motociclo in questione e siano stati installati correttamente. Fatto questo, basterà recarsi alla Motorizzazione per la verifica e la annotazione della modifica sulla carta di circolazione. Rilevante il fatto che gli uffici MCTC dovrano procedere al mero rilevamento di conformità, sulla base della documentazione presentata, senza intervenire in modo ispettivo e quindi sindacando in modo arbitrario.

Qui il testo del decreto in questione:
http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2010-09-09&task=dettaglio&numgu=211&redaz=010G0171&tmstp=1284455060652

1948
Motore / Cherry Bomb
« il: 28 Settembre 2010, 11:30:10 »


L'aggeggino in foto si chiama Cherry Bomb, ed è prodotto dalla Yoshimura per avere pronta una mappatura "hard" da aggiungere con estrema facilità all'impianto della RMX 450-E.
Basta collegarlo al connettore già presente ed ecco qui una manciata di cavallini extra distribuiti in modo più "racing" in tutto l'arco di coppia.
In pratica, la Suzuki non si prende la rogna di fornire la componente perchè porterebbe la moto fuori dei rigorosi parametri di omologazione statunitensi, e quindi lascia la patata bollente alla consociata Yoshimura uscendone di fatto "limpida".

Non mi risulta esistano prodotti similari per le altre marche, a parte le Eprom in configurazione "Factory" che hanno tutti a disposizione (a caro prezzo, vedi per tutte il catalogo mangiastipendi della PowerParts) e le varie Power Commander che però hanno caratteristiche e costi ben diversi. Qui si parla di una quarantina di USD in Amercia, e circa 80 € consegnata qui in Italia... a qualcuno per caso risulta qualcosa disponibile per le altre marche?

1949
Ciclistica / Sostituzione olio forcella Shiver USD Factory
« il: 25 Settembre 2010, 08:45:34 »
Riporto qui, col rammarico di non aver fatto foto, la mia personale procedura, col duplice scopo di:
- rendere noti i miei procedimenti, che potrebbero tornare utili sia a me (così ho un database) sia ad altri utenti
- avere la possibilità di commenti e/o correzione/i da parte di utenti più esperti e capaci

Risparmio la procedura di liberazione degli steli dalla immane quantità di cose da smontare, parasteli, frecce, guidacavi vari, ecc, e dello smontaggio del mozzo e della pinza freno con relativo piedino forcella, tanto ogni modello ha la sua propria procedura.

In questo modo, si procede poi a liberare gli steli dalle piastre di sterzo.
Una volta libero lo stelo, si fissa in morsa avendo cura di interporvi materiale morbido. Io ho adoperato delle scarpette di plastica che ho trovato già come accesorio sul mio banco da lavoro, alle quali ho interposto dei fogli di neoprene da 2mm che usavo in sostituzione del pesante rivestimento interno del Defender.

Ho quindi svitato il tappo superiore usando, nella fattispecie, una combinata da 19mm, e quindi ho fatto scendere lo stelo nel fodero.

A questo punto mi sono trovato con lo stelo che sporgeva una spanna o poco più dal fodero, ed ho proceduto a spingere in basso la molla col suo scodellino guida fino a quando ho potuto inserire nel controdado sotto al tappo un'altra chiave da 19mm. In questo modo ho potuto svitare completamente il tappo superiore con la combinata da 19 di prima.

Così facendo, ho potuto sfilare l'assieme molla, scodellino e cartuccia di precarica. Poi è stata la volta dell'asta del rinvio di registro, che si trova dentro l'asta centrata in modo coassiale allo stelo. Manovra non esente da smadonnate, in quanto la rimozione non è stata proprio immediata
E' così che mi son trovato con la forcella vuota delle componenti che avrebbero potuto interferire con un esauriente svuotamento dell'olio contenuto.
Per cui, non ho dovuto far altro che allentare la morsa, prendere la mezza forcella e rovesciarla nella bacinella di raccolta oli esausti. L'operazione di svuotamento è stata velocizzata da una...megapippa allo stelo



Per fortuna, l'olio si presentava limpido e senza alcuna particella fluttuante, per cui non è stato necessario sostituire alcuna tenuta o elemento di guida (anche perchè i ricambi non li avevo).

Bene, qui mi sono fatto ua breve introspezione, ed ho deciso che era molto meglio rinunciare a smontare anche il pompante e la valvola che si trova nella parte più bassa della forca. Mi sono consigliato (sic!) di lasciare l'operazione a persona più capace e cosciente delle proprie azioni.

Ed eccoci qui, al riempimento con olio nuovo. Ho usato quello consigliato da mamma Aprilia, Agip Fork SAE 7,5 x 610cc, tralasciando il valore del volume aria, che ancora mi chiedo come potrei calcolarlo; poi vedremo in futuro se è il caso di considerare alternative.
Comunque, ho tirato fuori lo stelo dal fodero, ho versato i 2/3 circa della quantità prescritta, ed ho dato qualche pompata lenta e leggera per eliminare le eventuali bolle d'aria che si potevano essere formate durante l'operazione. Io non ne ho viste, ed a tal punto mi chedo se si è trattato di culo o se ho evitato sacche d'aria versando molto lentamente.
Ho quindi riabbassato lo stelo fino in fondo e ho versato sempre molto lentamente l'olio residuo. Atteso il tempo di una caramella (le sigarette ormai non scandiscono più nemmeno gli intervalli dei lavori di manutenzione) ho verificato che non ci fossero bolle con il solito pippone lento e ho infine rimontato nell'ordine asta, precarica, molle e scodellino dopo aver ritirato su del tutto lo stelo per l'ultima volta.
Ripetuta l'operazione sull'altro stelo, è stata una cosa un pochino più rapida visto che ormai avevo rotto il ghiaccio
Finalmente, ho portato i registri a zero, ho serrato dado e controdado con le 19, e NON ho verificato la coppia prescritta in quanto sprovvisto di dinamometrica.
Ho reimpostato il registro ai clic da manuale +2 (ossia 14 da zero, come da personalizzazione che avevo fatto in precedenza) ed ho rimontato tutto in pesantissimo ritardo sulla tabella di marcia -leggi preparazione pranzo.

Un servizio assistenza in gara compie la manovra presumibilmente in un quarto d'ora e fischiettando. Io ci ho messo più di 2 ore, con la lingua fuori e un livello isterico pari a quello di una massaia di Cremona chiusa in uno sgabuzzino con 2 pantegane.
Evitare di indossare gli abiti usuali, i poco pratici si smerdano in maniere incomprensibili anche a loro stessi. Consigliato un sottofondo che dia il ritmo. Io ho esagerato ed ho scelto i Motorhead seguiti dagli Slayer e infine i Rammstein. La prossima volta vado di Country.....

Però, incredibile ma vero, pare che tutto funzioni a dovere!!
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1950
Drive in / Scusate se non ha niente a che vedere
« il: 21 Settembre 2010, 14:35:49 »
ma una PS così ha del magistrale!

http://vimeo.com/4572336

Non so se anche a voi piace il genere, ma a me mi sbarella quel modo di spendolarla, i discesoni a curvoni in sesta piena con neve o, peggio, sporco ghiacciato... Signori Auriol non è un cognome, ma un marchio di Qualità garantita!

Unica nota stonata il naviga... io uno così l'avrei preso a testate nelle gengive anche in autostrada  ;D