Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Topics - alex

1966
Drive in / Succede solo alla Dakar
« il: 10 Settembre 2010, 11:31:39 »
Almeno c'è da sperarlo  :(

Annie Seel quest'anno ha avuto un inconsueto inconveniente di gara. Provate voi ad indovinare quale dalle foto  748787







Il bello è che per lei la gara è finita così:


1967
Accessori e attrezzature / Riser o piega alta?
« il: 10 Settembre 2010, 11:07:11 »
E' uno dei tormentoni classici. Al di là del fattore costo, c'è chi preferisce mantenere il manubrio originale (anche per non dover riposizionare tutto quel che ci sta sopra) e chi invece sostituisce allegramente il tutto e via contento.
Non ho mai avuto una moto con i riser, anche perchè finora le ho sempre equipaggiate, per mio confort personale, con un bel Tommaselli piega alta Barozzi.
Oltretutto sono sempre stato scettico per la necessità di cambiare i perni di fissaggio della piastra/e manubrio. Vero che vengono fornite dal produttore nel sacchettino, ma che perni sono?  17 I classici 8.8 in ferraccio, ovviamente. Se devo sostituire la bulloneria, vado sempre in cerca di componenti inox. Non sono maniaco al punto da sbavare dietro alla viteria ergal, anche perchè l'effetto truzzo cui sarei condannato non giustifica, secondo me, i pochi milligrammi di peso risparmiati.
E poi, il serraggio con quella luce tra piastra inferiore e superiore...  :-[ estetica a parte, come si serra? Prima davanti e poi dietro pare essere la scuola di pensiero che va per la maggiore. Ma se faccio al contrario che cambia? E se invce li stringo a croce come faccio io?  ::)
E non sto a dirvi delle perplessità sulla coppia di serraggio, tanto devo sempre comprarla, una buona dinamometrica...
Dite che se riposassi (o trom...) di più metterei su tutto senza meno patemi?  :D
nell'ognoranza, vado ancora per il manubrio a piega alta...


1969
Consigli per iniziare / L'abbigliamento per l'Enduro
« il: 09 Settembre 2010, 23:11:46 »
a volte si pensa che quando si ha la moto si può far tutto... e invece siamo solo all'inizio di quel che è INDISPENSABILE

http://www.youtube.com/watch?v=SXHoL-tI_SA&feature=related

1970
Rudimenti basilari da tenere in considerazione. Altrimenti tutto quel che viene dopo sarà imperfetto, provare per credere!

http://www.youtube.com/watch?v=_jtMUJtUPwU&feature=player_embedded

1971
Accessori e attrezzature / Specchietti reclinabili
« il: 09 Settembre 2010, 22:36:49 »
Ragassi, sto cercando degli specchietti da anduro, quelli pieghevoli per intenderci, che non siano i soliti, orribili rotondi specchietti che vende la Cemoto.
Voi avete qualche dritta?

1972
Accessori e attrezzature / Imbottire la sella col gel
« il: 09 Settembre 2010, 21:01:56 »
Non lontano da casa mia c'è il Signor Vanio Tessato. Suppongo sia una brava persona. Suppongo, perchè non lo conosco e non mi ha mai visto in vita sua. però di certo è l'agente generale della NevadaLabs di Carson City.
Tra le altre cose interessanti, la Nevedalabs produce delle lastre in gel di poliuretano, che misurano 40x35 cm che hanno questo aspetto:



A detta del Signor Tessaro, le caratteristiche del gel di poliuretano sono notevoli:

    * è tra i migliori materiali shock assorbenti esistenti;
    * è un materiale compatto (non espanso), perciò non può appiattirsi o comprimersi nel tempo: il suo volume lo mantiene per sempre;
    * solo sotto pressione il gel si sposta per poi ritornare alla sua sagoma iniziale. Le lastre nascono di spessore uniforme e quando non c'è pressione lo strato di gel ritorna di spessore uniforme. Non si può sagomare a caldo. La sagoma si ottiene solamente in fase di lavorazione in fabbrica quando viene colato in stampi sagomati (che non è il nostro caso).
    * sotto il sole di luglio il gel non subisce alterazioni. Si liquefa e si degrada sopra i 200/250 gradi centigradi.
    * al freddo mantiene bene le sue caratteristiche. Il cambiamento di durezza non è significativo (tutti i materiali più o meno risentono della temperatura).

Dal sito si legge che, per lavorare questo prodotto e realizzare una imbottitura in gel della sella della nostra moto:
    * Le lastre in gel di poliuretano si possono tagliare facilmente con delle forbici.
    * Si possono unire due lastre semplicemente unendole di lato, infatti il gel è autoadesivo di natura.
    * Per incollarci sopra uno strato di tessuto o pelle, non servono collanti: basta appoggiarlo sulla sua superficie.
    * Se si deve inserirlo tra due strati con poco spazio per entrare, bagnare con acqua. Così scivolerà meglio.
    * Se si sporca, basta usare dell'acqua per levare le impurità che si sono attaccate.
    * IL GEL NON AMA L'ACQUA. Perciò, dopo averlo immerso e/o lavato, toglierlo dall’acqua e lasciarlo asciugare immediatamente.

Per portare lo spessore del gel progressivamente a 0 è facilissimo.
Fai così:

   1. Leva la pellicola di copertura,
   2. Metti la lastra di gel in una bacinella d'acqua,
   3. Riduci lo spessore del gel con delle forbici taglienti mantenendo la lastra sempre bagnata: in questa maniera il gel non si appiccica alle forbici e tagliarlo è un gioco da ragazzi.

Per inserire il gel solo in una zona particolare della sella procedere come segue:

    * fai una sagoma di cartone dell'area da imbottire con in gel;
    * taglia l'imbottitura di espanso esistente (per tutto lo spessore) seguendo il profilo della sagoma;
    * taglia il gel (sempre seguendo la sagoma);

1973
Officina / Catena: Con o Senza O-Ring?
« il: 09 Settembre 2010, 16:53:31 »
O meglio: per quanto mi riguarda altro che dilemma, "CON" tutta la vita! Mai mi sognerei di scaricare la coppia dell'apriliona su una catena da 30 neuri... ma in sostanza, qual'è la differenza di base, e quali i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna delle due?

Le catene senza o-ring sono più leggere, hanno di conseguenza minori attriti quindi minore perdita di potenza.
Per contro necessitano di molta manutenzione, in pratica ad ogni uscita, e la loro durata è abbastanza bassa.
vanno registrate molto spesso.
Si trovano in commercio sia per numero di maglie che a metraggio e costano relativamente poco.
Si lubrificano anche passandoci sopra un salsiccia e va bene, ma va fatto sempre, inesorablmente.
Predilette da chi fa competizioni, e da chi fa deserto, che le lubrifica solo con talco anche più volte al giorno.

Le catene con o-ring, o adesso addirittura con X o anche XS-ring pesano di più, hanno maggiori attriti ma per utilizzo su moto che sono dotate di coppia importante sono indicate perchè dissipano la "botta di trazione".
Evitano l'insinuazione dello sporco (terra, particolato, acqua, polvere...) e mantengono lubrificati i rulli.
La manutenzione è quasi nulla (basta usare un velo di un buon prodotto spray (verificando che sia idoneo a catene con O-R) e la loro durata è molto superiore a quelle senza.

Per il resto, ritengo che siano filosofie e stili di vita, e qui chi più ne ha più ne metta.....

1974
Nuove tecnologie / TUBLISS (ho scritto giusto...)
« il: 09 Settembre 2010, 16:41:16 »
http://www.tubliss.com/

Già provate da qualcuno? Certo, permettono di raggiungere prssioni molto ridotte (per il trial, magari?) ma non sono antiforatura.... anzi, ad andare con la gomma molto "bassa" il rischio aumenta...  :(

1975
Nuove tecnologie / Cerchi e Pneumatici Tubeless per Enduro
« il: 09 Settembre 2010, 16:20:41 »
Nell'ormai lontano 2007 la più grande novità del salone di Milano, per il mondo dell'off, fu la presentazione di un sistema Tubeless da parte della Alpina raggi.
In sostanza, si trattava di un sistema che prevedeva l'adozione di pneumatici tradizionali senza camera d'aria. Per cui fu necessario studiare un sistema con raggi modificati, ma che imponeva anche un mozzo specifico.
Problemi riscontrati: per evitare lo stallonamento bisognava tenere la pressione molto alta, cosa che, come ci è noto, diminuisce la tenuta sulla maggior parte dei fondi e fa lavorare moltissimo le sospensioni. Il tutto continuando, anche così, a riscontrare perdite di pressione e stallonamenti; inoltre, i nuovi raggi erano difficili da montare e da registrare, con una guarnizione di tenuta sul nipplo e un'altra dal lato opposto del raggio, fissata con un dado (da cui la necessità di cambiare i mozzi). Per finire, la rigidità dei cerchi della prima produzione non era sufficiente, per cui le torsioni e gli schiacciamenti si traducevano, ancora, in perdita di pressione.

Da allora, silenziosamente, si è continuato a lavorare, assieme alla GoldenTyre, per un prodotto valido e più gestibile in tutte le sue forme.
Ne sono scaturiti, dopo 3 anni, un cerchione (fatto da Excell su specifiche Alpina) con un profilo molto marcato sul bordo di tenuta, una controgola antistallonamento e un raggio liscio tenuto solidale col cerchio per mezzo di una spinetta elastica.
Il tutto va abbinato alla serie di pneumatici che GoldenTyre ha gia a listino, con un bordino classico da tubeless, e una carcassa rinforzata in kevlar che ne evita lo stallonamento anche da forata, oltre a garantire robustezza molto alta su pietre acuminate.

I vantaggi:
Innanzitutto, 1 chilo e mezzo (si, proprio 1,5 Kg)  in meno: significa meno giroscopio, meno masse non sospese. Quindi miglior gestibilità del mezzo.
Poi, la possibilità, importantissima secondo me, di poter riparare in loco la foratura senza nemmeno smontare la ruota. E scusate se è poco...
Infine, si possono ragiungere 0,6 bar in tutta sicurezza.
Chi usa le mousse o le Tyreball risparmierà ancora di più in termini di peso e giudabilità, mentre è innegabile che potrà affrontare una pietraia viscida con gomme sgonfiate a dovere invece di sacramentare per tutta la giornata con i salsiccioni rigidi dal freddo.

I costi:
Trasformazione dei propri cerchi in Tubeless: da 495 € per quelli in alluminio |  772 € per i cerchi Carbon Matrix
Coppia cerchi Tubeless alluminio: 871 € | coppia cerchi carbon Matrix: 1.103 € (belli gli 1 e i 3 euro...)

Coppia pneumatici GT Tubeless: circa 100 € la coppia, allineati quindi al costo dei migliori pneumatici tradizionali.



1976
Nuove tecnologie / Iniezione Batteryless
« il: 09 Settembre 2010, 15:49:15 »
Sempre più moto da off la adottano. Il vantaggio nell'immediato è evidente: ti porti appresso meno peso, peraltro non sempre dislocato in maniera felice.

Quel che so in proposito è che, nei motori con sistema di iniezione batteryless, l'alternatore genera energia, in fase di avviamento, sufficiente per alimentare tutto il sistema.
Inoltre, sempre durante la fase di avviamento il circuito di controllo dell'alternatore è in grado di disconnettere tutti i carichi elettrici non direttamente interagenti con l'alimentazione e l'accensione.
E qui termina quel che ho recepito "per sentito dire".
Qualcuno è in grado di dare più informazioni in merito?

1977
Lunghetta ma esaustiva. Pochi concetti pratici valgono più di tanta filosofia  ;D
Ringrazio "Fango" di Soloenduro che ha postato questa nota che riporto "as it is" con un copia e incolla.

PREMESSA
La pratica del fuoristrada in moto non è tollerata ovunque.
Anzi, esistono molte restrizioni in merito.
E' allo studio in Parlamento una proposta di legge della FMI
http://www.senato.it/bgt/ShowDoc.asp?leg=14&id=00115356&tipodoc=Ddlpres&modo=PRODUZIONE
che consenta la circolazione regolamentata in modo univoco su tutto il territorio nazionale, relativamente alle strade a fondo naturale.
Non è ancora legge: sono vigenti normative regionali differenti da territorio a territorio, per cui nonostante tutto, siamo dalla parte del torto.
Questa guida vuole darvi una mano ad avere il minore impatto ambientale possibile e migliorare l'immagine dell'endurista.

CONSIDERAZIONI GENERALI

La proposta di legge a cui si fà riferimento pone in essere una importante distinzione: ogni sentiero con larghezza di un metro e trenta può essere equiparato a strada a fondo naturale.
Per cui da qui in poi parleremo di strada convenendo che si tratta di fondo naturale, MA NON DI FUORIPISTA.
La distinzione è fondamentale per potere tentare un dialogo con gli altri utenti e i detrattori (guardie forestali, etc).
Il fuoripista, l'entrare indiscriminatamente nel bosco, nei prati, nelle coltivazioni, nelle proprietà private, è DA EVITARE NELLA MANIERA PIU' TOTALE.


COMPORTAMENTO VERSO GLI ALTRI

RUMORE
La maggior parte delle moto fa rumore, una bella sgasata piace a tutti, ammettiamolo.
Questo però è un problema perché, a parte noi, il rumore non piace a nessuno e fa sì che tutti, sempre di più, si mettano contro il motociclista.
Inoltre il nostro rumore impedisce di sentire la presenza degli altri occupanti il territorio.
Quindi, più silenzioso è il mezzo, e più garbata è la guida, meglio è.
Sarebbe meglio utilizzare scarichi a norme codice della strada (omologati) e non a norme FMI (competizioni enduro) però molto fà lo stile di guida.
Uno scarico a norma FMI può passare inosservato se chi guida NON TUONA A CIEL SERENO!

IL BOSCO È TERRENO DI TUTTI

A partire da chi vuol farsi una passeggiata, da solo, col cane, con la famiglia... tutti hanno il diritto alle escursioni.
I sentieri sono quindi frequentati anche da biciclette, cavalli, gitanti, cercatori di funghi, e da veicoli motorizzati autorizzati (esempio carri agricoli, taglialegna, ecc...)
Chi si avventura su una mulattiera, lo fa sapendo che condivide lo spazio con altri: se l'endurista deve evitare i frontali con i trattori, nondimeno deve fare attenzione a tutti gli altri utenti.

RAPPORTO CON GLI ALTRI
Non è solo per educazione, ma la cosa migliore è il massimo rispetto e cortesia: salutare chiunque si incontri, rallentare o spegnere la moto, ringraziare chi si sposta per farci passare, scusarsi sempre con chi eventualmente dovesse protestare: 99 su 100 hanno ragione loro.
Cercate di evitare le polemiche, nella migliore delle ipotesi vi guastereste solo la giornata.

CAVALLI ED ALTRI ANIMALI
Evitate i sentieri utilizzati da cavalli; se non si hanno notizie in merito, verificate gli indizi (cacca) sul sentiero: dove c'è cacca c'è cavallo.
Il cavallo si spaventa facilmente e ciò è un pericolo per tutti, se si incontra un cavallo spegnere immediatamente la moto e fermarsi, meglio ancora togliere la moto dal sentiero e attendere che i cavalli passino.
Se rispettati i cavalieri possono essere tolleranti più di altri utenti.
Apparentemente molto diversi, in realtà hanno una affinità, cavalcano come noi per diletto.
Coi cani fate soprattutto attenzione: generalmente il cane difende un territorio, altrimenti non vi sareste neppure accorti di lui, vi evita infilandosi nel fitto del bosco (lui ci sente meglio).
E' quindi probabile che tenti di mordere, attenzione nell'allontanarvi a salvare gli stinchi e gli stivali ma anche a non mettere sotto l'animale, i danni sarebbero a carico Vostro, al dì là della moralità o meno dell'azione.
Mucche ed affini, a meno di non prenderle in pieno con la ruota davanti, non costituiscono grosso problema.
Non si spaventano, o se lo fanno non in modo esuberante e pericoloso; in ogni caso porre attenzione non guasta.

PERSONE

Immaginate sempre di trovarVi nella condizione opposta, di essere Voi a piedi e avrete immediatamente l'atteggiamento corretto.
Come con i cavalli, l'unica differenza è che una persona è generalmente meno spaventabile, per questo è però più aggressiva, quindi massimo rispetto.

BICI
E' una condizione simile alla nostra, solo che i ciclisti in genere non sono motociclisti, e spesso hanno a loro volta poco rispetto degli altri utenti.
Sempre massima attenzione, eventualmente ignorate provocazioni, ma mai dare gas in modo aggressivo o per sparare sassate.

DAL BOSCO ALLE FRAZIONI/PAESI/CASCINE
Spesso si incontrano piccole frazioni o cascine andando in fuoristrada.
E' probabile che nelle vicinanze di queste ci siano mezzi agricoli e persone.
Persone significa anche bimbi a piedi o in bici, mezzi agricoli può significare un frontale: MASSIMA ATTENZIONE.
All'ingresso della frazione gas al minimo, attraversare il paese a passo d'uomo.
Se è una cascina/cortile non guasterebbe spegnere il motore e spingere (ci siamo abituati, no?) e godersi, anche noi, il silenzio e la tranquillità del luogo, in fondo stiamo attraversando una proprietà privata.
Se poi si scambiano quattro chiacchiere con una coppia di vecchietti abbiamo tutto da guadagnarci.
Usciti dalla frazione, si riparte.


SUGGERIMENTI DI GUIDA DURANTE LE ESCURSIONI

In questo caso si tratta di suggerimenti mirati alla buona gestione delle escursioni più che al rapporto con gli altri.
Si consideri comunque che gruppi di più di 5-6 moto sono difficilmente gestibili come organizzazione, ci si perde spesso e si ha maggiore impatto ambientale.
Se possibile quindi dividersi in due gruppi.

MAI MAI MAI DA SOLI
Puoi farti male e non sempre il cellulare prende.
Puoi perderti.
Puoi rompere la moto.
Possono succedere tante cose.

CON CHI USCIRE?
Chi non è espertissimo lo faccia con chi conosce i posti e ha più esperienza in genere.
Dichiara prima il tuo valore "enduristico" *e scegli la compagnia adatta: è inutile girare col campionissimo se esce per allenarsi e non ha tempo di aspettarti.
* = e sii onesto (nota di Alex)
Comunque un po' di pazienza e tolleranza consentono a tutti di girare con tutti.
I vari forum e i motoclub sono una fonte di incontri e amicizie. Giusto Lamberto?  13

GRUPPI NON SIGNIFICA GARE
Chi ha voglia di fare gare faccia la licenza.
Ci sono apposta le manifestazioni sportive, sia per fare a sportellate con amici e nemici, che per confrontarsi con il cronometro.
Durante le escursioni mantenere sempre un margine sulle variabili del percorso, da difficoltà a incontri.
MAI GARE SU SENTIERI.

ORDINE
Lasciare in testa il più esperto e conoscitore del territorio, e non il più veloce, lui conosce i pericoli del luogo meglio di altri.
Chi è in testa deve guardare oltre le curve e rendersi conto in anticipo di cosa sta succedendo.
APPENA SI AVVISTA UN OSTACOLO (COSE, PERSONE, ANIMALI) È BUONA REGOLA ALZARE IMMEDIATAMENTE UN BRACCIO E FRENARE.
Chi segue deve frenare e fare altrettanto, meglio interrompere l'azione che causare incidenti.

PERDERSI

In gruppo di solito gli ultimi perdono contatto perché i primi "tirano".
Armonizzare quindi le velocità secondo il livello del gruppo: i primi devono fermarsi ai bivi e aspettare gli ultimi e poi ripartire.
E' molto importante per evitare i dispersi, chi si perde, staccato dagli altri, spesso entra in panico, magari non sa dov'è e quindi non sa cosa fare.
Prima regola: spegni il motore e stai fermo, cerca di sentire i rumori degli altri.
Se ti accorgi subito di dove sono, riparti, se invece capisci la strada solo dopo un minuto o più, allora stai fermo o procedi ad andatura molto ridotta: è probabile che qualcuno in testa stia tornando a cercarti, e quindi evita il frontale.
Se non sei sicuro, stai fermo che non sbagli mai.

RITROVARE I DISPERSI
Succede a tutti, non sempre per incapacità; comunque enduro è anche spirito di gruppo.
Chi torna indietro deve farlo molto molto lentamente, a bassi giri, e cercare di sentire se il compagno sta arrivando, dato che è in pratica "contromano": non in mezzo al sentiero, tenere il bordo destro (è il più istintivo).
Cerca sempre di "sentire" il compagno, piuttosto fermati e urla.

I MATERIALI
Portati dietro quello che serve per una veloce riparazione della moto: bastano pochi ferri, una candela, qualche fascetta, nastro isolante o americano, sarà l'esperienza e le chiacchiarate e consigli a portarti a definire il tuo marsupio.
Non dimenticare una corda: c'è sempre qualcuno che "spacca" e si deve trainare.

ABBIGLIAMENTO
Deve essere completo.
Piuttosto materiale usato ma adatto a offrire protezione.
Facendo enduro (ma anche trial, o ... motoalpinismo) SI CADE.
Il 98% delle cadute sono stupidate, soprattutto grazie ad abbigliamento adatto e protezioni specifiche.
Su tutto comunque CASCO e STIVALI.
Utile il marsupio per portarti dietro quello che serve, compresa una bottiglietta d'acqua.

PERCORSO
Accertarsi di arrivare nei pressi di un benzinaio aperto (se il giro è lungo) più o meno a metà percorso.
Alcuni sono chiusi sabato e domenica e non tutti hanno l'automatico. Scegliere le difficoltà del percorso in base alle proprie capacità: è inutile fare gli eroi e scoppiare dopo 10 minuti.
Bisogna affrontare comunque pezzi difficili, altrimenti non si impara mai, però graduare le difficoltà e chiedere a chi conosce il territorio delle varianti meno impegnative se siamo senza energie.

Grazie, Fango !

1978
Drive in / Le nostre Belle
« il: 08 Settembre 2010, 21:26:28 »
Classico dei classici tra i Topic, non poteva mancare, per cui inizio le danze:

1979
Honda / HONDA Enduro Novità 2011: nessuna novità
« il: 07 Settembre 2010, 21:00:49 »
Bene bene, stavolta si son proprio superati. I Maestri dell'accanimento terapeutico su mezzi da cross vecchi riattati a Enduro raggiunge il culmine: le novità per il prossimo anno sono unicamente le grafiche (in puro stile giapponese) e una mascherina decorosa per la CRF250 X  :-[

Se penso che casarelle nostrane, come la Beta stessa, a 1 anno dal lancio del nuovo prodotto l'hanno rivisitato con migliorie quali forca Shiver da 50mm, un nuovo trattamento termico sull’ingranaggio primario e mozzo ruota libera per aumentarne la rigidezza, sostituzione di alcuni componenti dell’avviamento elettrico -ora dotati di trattamento superficiale DLC per ridurre le frizioni ed aumentarne l’efficienza nel funzionamento a secco-, nuova rapportatura degli ingranaggi medesimi per una maggior efficienza della messa in moto. Nuove (cambiando forca) le piastre di sterzo, ora in alluminio, e nuovi anche i cavallotti di supporto del manubrio (riser) con 6 step di regolazione anziché 4.
In più, udite udite,
- il telaio è stato alleggerito in alcuni punti per migiorare la maneggevolezza e migliorarne la robustezza e l’affidabilità nelle zone di maggior stress.
- le ruote hanno i mozzi completamente rivisitati per aumentare leggerezza e robustezza.
- lo strumento digitale multifunzione rinnovato di sana pianta
- leva frizione AJP.
- sella migliorata nel sistema di sgancio rapido e nella copertura.

E chi le compra ringrazia. Altro che 4 adesivi, japponari carissimi....  :P

1980
Ciclistica / Taratura del monoammortizzatore
« il: 06 Settembre 2010, 15:38:31 »
Innanzitutto, doverosamente, grazie alla preziosa fonte di informazioni che è l'antro di CharlieMix (http://charlie-mix.blogspot.com) che supporta le mie ricerche e dispone di materiale divulgabile semplice ma -a mio parere- esaustivo.

Dopo il post relativo alla regolazione del sag, aggiungo alcuni appunti sulla regolazione idraulica (esterna).
Prima di tutto vediamo come e' fatto il nostro ammortizzatore.



Il monoamortizzatore e' composto dalle seguenti parti principali:

CORPO : E' la "carcassa" dell'ammortizzatore.
All'estremita' superiore e' alloggiato l'uni-ball di fissaggio superiore dell'ammortizzatore.
La carcassa poi si divide nella camera principale, dove scorre il pistone e nel serbatoio, dove e' contenuto un polmone atto a compensare il movimento dell'olio nella camera principale.
All'esterno della camera principale e' ricavata la filettatura per la ghiera di regolazione della molla.

BLADDER : All'interno del serbatoio e' normalmente installata una membrana in gomma chiamata "bladder" con una tenuta verso il corpo ed una valvola schrader sul coperchio.
Questa membrana viene pressurizzata con azoto ad una pressione tra 10 e 15 bar (dipende dal tipo di ammortizzatore) e serve a compensare la spinta dell'olio verso il serbatoio ed aiuta a spingerlo nella camera quando il pistone si estende.
Alcuni ammortizzatori come ad esempio Ohlins, al posto del bladder hanno un piattello a tenuta che si muove all'interno del serbatoio, ma il concetto e' identico.

PISTONE : E' un piattello nel quale sono ricavati i passaggi dell'olio tra la parte superiore e quella inferiore della camera ed ha una tenuta verso la parete della camera.
Sul pistone sono installate due serie di lamelle, le cosiddette "piramidi".
Queste lamelle realizzate in acciaio armonico e di spessore calibrato cinquantesimale, vengono impilate a partire dal pistone in ordine decrescente secondo specifici criteri e determinano la resistenza idraulica della sospensione in compressione (piramide inferiore) ed in estensione (piramide superiore).



ASTA: L'asta e' un cilindro cavo realizzato in acciaio cromato che collega il pistone al piedino inferiore dell'ammortizzatore.
Sull'asta viene fissato il pistone e le lamelle di regolazione; il tutto viene chiuso a pacco e bloccato con un dado cianfrinato.
All'interno dell'asta, all'estremita' della quale e' montato il pistone, viene ricavato il passaggio olio per la regolazione idraulica dell'estensione.
Nell'asta viene inserito lo spillo di regolazione, che arriva fino al piedino.
Tra l'asta ed il coperchio della camera e' inserita una boccola di scorrimento ed una tenuta olio.
Il coperchio della camera fa da battuta per il tampone di finecorsa che viene inserito sull'asta.

PIEDINO : Il piedino contiene l'attacco inferiore dell'ammortizzatore e collega l'asta al leveraggio della sospensione (o direttamente al forcellone).
Nel piedino e' inserita la regolazione della frenatura idraulica in estensione, che e' composta da una vite con testa a taglio che spinge lo spillo conico dentro l'asta.
Ruotando la vite si spinge lo spillo che va quindi ad occludere parzialmente il passaggio olio tra la parte inferiore e quella superiore della camera.

VALVOLA DI COMPRESSIONE : Sul corpo, nel passaggio tra camera principale e serbatoio e' inserita la valvola di compressione.
Tale valvola e' dotata di una serie di lamelle a "piramide" tipo quelle gia' descritte, di una molla di precarico e di un passaggio interno per l'olio, regolato con uno spillo conico.
In questo modo si realizzano le regolazioni di frenatura idraulica in compressione ad alta e bassa velocita'.
La regolazione di frenatura a bassa velocita' (vite centrale) agisce sullo spillo conico e parzializza il flusso d'olio nel passaggio interno alla valvola.
La regolazione di frenatura ad alta velocita'(ghiera esagonale) agisce invece sulla molla di precarico variando quindi la forza con la quale le lamelle si aprono.
Detto questo vediamo ora come agire sulle regolazioni esterne per ottenere il funzionamento desiderato della sospensione.

FRENATURA IN COMPRESSIONE : Visto che abbiamo due regolazioni distinte (alta e bassa velocita'), prima di tutto dobbiamo chiarire quando agire su una e quando sull'altra.
La velocita' alla quale si fa riferimento non e' la velocita' della moto, ma quella con la quale viene spinto il pistone all'interno della camera dell'ammortizzatore.
La sospensione non conosce la nostra moto e nemmeno l'ostacolo che stiamo affrontando, conosce solo la velocita' con la quale si sposta l'olio all'interno dell'ammortizzatore.
In linea generale si parla di basse velocita' quando gli spostamenti sono inferiori ai 50 mm/sec. e di alte velocita' quando gli spostamenti sono uguali o superiori a 250 mm/sec.; per valori intermedi si ha una zona di transizione.

Purtroppo, a meno di non montare sofisticati apparecchi di telemetria, non siamo in grado di valutare numericamente le varie velocita' di spostamento del pistone, quindi dobbiamo approssimare, prendendo in considerazione le situazioni tipiche che si trovano durante la guida.
Solitamente accelerazioni, piccoli dossi spianati, salti, atterraggi corti su panettoni danno luogo a basse velocita' di spostamento.
Ostacoli squadrati, creste, atterraggi violenti, whoops e buche in sequenza prese in velocita'danno luogo invece ad alte velocita' di spostamento.
All'atto pratico pero', al fine di ottenere una corretta regolazione, conviene associare le alte velocita' a grandi movimenti di corsa del pistone (sia a bassa che ad alta velocita') e le basse velocita' a movimenti limitati del pistone.
Queste regolazioni controllano in sostanza la quantita' di olio che si sposta dalla camera principale al serbatoio, quindi un piccolo movimento sia ad alta chea bassa velocita' non influira' molto sulla regolazione alta velocita'.
Un ampio movimento del pistone sia a bassa che ad alta velocita' spostera' invece una grande quantita' di olio verso il serbatoio e la regolazione alta velocita' influira' parecchio.

FRENATURA IN ESTENSIONE:Questa regolazione determina la velocita' con la quale la sospensione ritorna alla sua posizione iniziale dopo essere stata compressa.
Se il ritorno e' troppo veloce il posteriore tende a saltellare limitando la capacita' di scaricare la potenza a terra, mentre se e' troppo lento la sospensione tende ad andare a pacco.
Variando la regolazione del freno in estensione si variera' automaticamente, anche se in modo limitato la regolazione in compressione.
Questo perche' sebbene le regolazioni siano indipendenti, i due circuiti sono comunque influenzati.
Gli ammortizzatori Kayaba sono notoriamente affetti da questo fenomeno.
Con le sospensioni di ultimissima generazione a circuiti indipendenti e doppia regolazione sia in estensione che in compressione questa mutua influenza e drasticamente ridotta.

ALCUNE NOTE:In generale la regolazione in compressione 'e molto piu' importante di quella in ritorno, perche' la velocita' di spostamento in compressione e' molto piu' elevata.
Càpita quindi di agire piu' frequentemente sulle regolazioni in compressione piuttosto che su quella in ritorno.
I problemi della sospensione spesso sono dovuti da errate regolazioni della compressione.
Ad esempio, passando su sequenze di buche o affrontando ostacoli ben squadrati si potrebbe pensare di avere il posteriore che salta perche' troppo sfrenato quando invece probabilmente la sospensione si comprime troppo e troppo velocemente.
In pratica chiudendosi troppo, torna anche troppo velocemente.
Se si agisce chiudendo il ritorno, la molla si comprimera' come prima ma tornera' piu' lentamente mandando la sospensione a pacco.
Il posteriore saltera' ancora ma con la sospensione piu' chiusa.
Chiudendo invece la compressione, l'ostacolo sara' assorbito usando una corsa inferiore.
Un altro errore comune e' chiudere il ritorno quando il posteriore saltella in staccata.
Spesso questo e' dovuto dalla sospensione troppo dura o dalla forcella troppo morbida.

RISOLUZIONE DEI PROBLEMI:Prima di effettuare qualsiasi taratura verificate il sag.
Eseguire sempre una modifica alla volta e provare in pista prima di effettuare ulteriori correzioni.
Tarature "estreme" possono rendere la moto molto instabile, quindi fate attenzione alle eventuali reazioni soprattutto sui salti e sulle buche in sequenza.
Una modifica all'ammortizzatore puo' variare il lavoro della forcella o viceversa.
Variate le regolazioni idrauliche di 1 o massimo 2 scatti alla volta.
A volte e' difficile rendersi conto di come realmente lavorano le sospensioni, quindi puo' essere utile farsi aiutare da un amico che osserva il comportamento della vostra moto mentre girate.
L'ideale sarebbe di filmare qualche giro di pista e controllare nei vari fotogrammi il comportamento di entrambi le sospensioni in funzione del terreno e della posizione del pilota in sella.

Ora vediamo la diagnostica della sospensione posteriore:

L'ammortizzatore rimbalza sui dossi in accelerazione.
Perdita di trazione dovuta all'ammortizzatore duro.
Diminuire il precarico della molla
Montare una molla piu' morbida
Ridurre la frenatura in compressione

L'ammortizzatore salta in frenata.
Ridurre la frenatura in compressione
Aumentare la frenatura in compressione della forcella.

Ammortizzatore troppo duro sui salti, sui panettoni, sulle whoops.
Ridurre la frenatura in compressione
Aumentare il sag
Montare una molla piu' morbida
Modificare taratura idraulica interna (lamelle).

CONSIDERAZIONI FINALI:
Andate a fare le prove su un tracciato che conoscete bene e provate diverse tarature.
Ricordatevi di valutare sempre l'insieme del comportamento sia del posteriore che dell'anteriore, non sono due argomenti separati, le sospensioni devono lavorare entrambe in modo da tenere un corretto assetto della moto.
Scrivetevi le regolazioni iniziali in modo da poter ritornare su quelle, se le modifiche che fate non sono soddisfacenti.
Non esistono regolazioni "corrette" per qualsiasi modello di moto; chiunque puo' dire una cosa o il contrario della stessa.
Sarebbe bello avere un elenco standard dei problemi con i rispettivi rimedi certi, ma non e' cosi' semplice, perche' intervengono tantissime varibili.
Come base di partenza si dovrebbero avere sospensioni revisionate di recente e leverismi in perfetta efficienza, le principali conoscenze di base sul funzionamento delle sospensioni e tanta pazienza per cercare la regolazione piu' efficace per il nostro stile di guida.
Le regolazioni poi andrebbero variate a seconda del tracciato, delle condizioni della pista e della temperatura.