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« il: 28 Marzo 2011, 10:15:26 »
Ci ho dovuto ragionare sopra anche io, quando l'ho letto, tirando fuori dai cassetti della memoria (compromessa dall'Alzheimer) cognizioni ormai vaghe che proverò a illustrare, anche se in modo non propriamente tecnico rigoroso:
la corsa è uno dei punti critici di tutti i classici motori a scoppio a 2 e 4 tempi, dal momento che è l'inerzia, dovuta alla continua inversione di direzione della biella-pistone, che assorbe molta energia cinetica fornita dalla combustione (di qui ad es. il vantaggio "teorico" del motore rotativo). Ergo, con una corsa più corta si hanno maggiori prestazioni diminuendo i pesi delle parti meccaniche in movimento e si ha meno inerzia.
Nei motori attuali, si tende ad avere le minori velocità possibili ai fini del rendimento perchè, come puoi immaginare, appunto più è veloce il movimento degli organi meccanici e maggiori sono gli attriti e le inerzie, come detto prima.
In sostanza: durante la corsa un pistone raggiunge velocità ragguardevoli. Ma ci sono due fasi cicliche in cui la velocità è teoricamente pari a 0: il PMS e il PMI. Pe raggiungere un regime di rotazione anche piuttosto modesto, un mono a corsa lunga deve correre a una velicità decisamente superiore a quella di un frazionato superquadro. Dal momento che stiamo aprlando di velocità media della corsa a regime di potenza massima, ho usato dei dati a me noti per avere una semplicità di computo (quelli del motore Ducati 1000DS, 2V) e poi li ho paragonati a quelli di altre moto più "tirate"
La corsa del 1000DS è di 71.5mm ed il regime massimo (concesso dal limitatore) è circa 9000 giri. La velocità massima risulta di 21.45m/s che è TANTISSIMO per un motore da 92bHP!!!!!!!
Tanto per dire, la R1 del 2007 arriva a 22.3m/s, ma con una corsa, e quindi con stress meccanico, decisamente inferiori !
perchè? Perchè a parità di cilindrata, a una corsa minore corrisponde necessariamente un alesaggio maggiore. E viceversa. Questo è il motivo per cui un motore che abbia 15.000 giri non é, necessariamente, meccanicamente più stressato di uno da 10.000 giri con la corsa molto lunga. Ovviamente a parità di qualità di materiali e tecnologie impiegate. Motivo per il quale, a fini conservativi, il 1000 Ducati ha il limitatore che mura a 9800 rpm e la Yamaha no.
Speriamo, nonostante il raffazzonamento, di essere comunque stato sufficientemente intellegibile...