5345
« il: 10 Febbraio 2013, 01:05:10 »
Il perché certe uscite in moto ti facciamo godere più di altre non è sempre spiegabile, anche a parità di percorso a volte il risultato finale e' molto differente.
È successo l'altro giorno, una giornata speciale, sino all'ultimo non sapevamo se partire, il cielo era plumbeo e c'era un vento forte che penetrava nelle ossa.
Alla fine decidiamo di andare, dopo il trasferimento man mano che saliamo in quota la pioggerella diventa neve e il sentiero una striscia bianca, per fortuna che il percorso s'e' fatto impegnativo e si comincia a sudare.
Arriviamo in cima, poco più di mille metri, ma sembra di essere a tremila.
Date le condizioni metereologiche non c'è in giro anima viva, decidiamo allora di scendere per la parete nord che ha pochi cm di neve, poi dopo la nevicata in corso sara' percorribile non prima di marzo/aprile.
In due si viaggia spediti, in discesa come d'abitudine teniamo i motori spenti e i soli rumori che si sentono sono i sibili del vento che entrano dentro nel casco e il fruscio delle foglie spostate dalla ruota.
Sembra di essere su una nave rompighiaccio nel lungo canalone che stiamo percorrendo, c'e' uno strato costante di mezzo metro di foglie e ogni tanto qualche sassone nascosto ci sposta facendoci prendere la strizza da ribaltamento.
Che bello il silenzio, incrociamo un ruscello, impegnativo ma non impossibile, poi il fatto di percorrerlo in discesa aiuta, bello, sto godendo, questo momento e' veramente catartico.
È uno stato di grazia che dura oltre dieci minuti, poi il massimo lo raggiungiamo nel momento in cui percorriamo in salita un altro ruscello, penso che questo genere di percorsi sia l'essenza del motoalpinismo.
In questo momento sono un tutt'uno con la moto talmente sono preso dalla situazione, poi il pensiero si rivolge alle mille seghe mentali che a volte ci facciamo per una moto quando per vivere questi momenti andrebbe bene qualsiasi moto anche di vent'anni fa.
Per due ore ho vissuto momenti intensi, non di alto livello tecnico, comunque il percorso non e' facile e forse proprio per questo mi diverto, poi questo bosco di quercie dove non passa mai nessuno ha un fascino unico.
In questa giornata perfetta mi sento comunque fuori posto perché in coscienza so che a causa di leggi assurde sono paragonato ad un delinquente, la moto qui non dovrebbe passare e questo pensiero mi rode, mi da fastidio.
È' come se portassi dietro un peccato originale che in fondo mi fa sentire una nota stonata in questo posto fantastico che sto percorrendo.
Chissà se quando potrò avere una moto elettrica ci sarà ancora qualche persona che pur se sarò silenzioso avrà l'ardire di coprirmi di epiteti. Io penso di si.
Intendiamoci, la moto elettrica non mi piace, almeno per quello che è allo stato attuale, però il pensiero di essere silente nel bosco me la piacere al punto che vedo l'ora di possederla.