W la bici!



 

Ci siamo tolti un peso per il 2018....Si chiama L'Avventura...

https://www.moto.it/news/walt-siegl-l-avventura-maxi-enduro-estrema.html

Questa Simonini Long Range 125 del 1975 rappresentava uno dei miei sogni di quando avevo quattordici anni, rimanevo strabiliato in contemplazione per ore sulla Rivista Motocross ad ammirare i particolari di quel 125 prodotto in pochi centinaia di esemplari dalla Simonini, azienda della bassa modenese...



chissa' se e' ancora cosi' per i ragazzini di adesso?

Con Fujinami alla guida:

https://www.moto.it/sport/endu-roc-vittoria-alla-montesa-4ride-con-fujinami.html

Ogni tanto mi vengono degli improvvisi attacchi di Kermite....

Che ne dite di questa Royal Enfield 650 Interceptor appena presentata all'Eicma 2017? Ho scritto giusto, 2017 e non 1956....Quella, almeno non e' una finta moto classica, e' che le fanno ancora cosi' adesso....



Costa il prezzo di uno scooter, ma almeno e' una moto, e poi e' bassa ed e' una moto moderna, almeno per il concetto indiano di moderno, molto piu' riuscita che tutte quelle finte moto attuali che vogliono riproporre le linee di una volta, ma poi ci ficcano il monoammortizzatore posteriore...

Fine degli anni settanta, al Palasport di Torino, durante il tradizionale Trial Indoor dove si esibivano e gareggiavano i piu' forti trialisti al mondo, arriva un ragazzino spagnolo, anzi...catalano, che si chiama Andreu Codina, con una bicicletta piccolissima fatta da lui, ebbene si fara' tutte le zone delle moto a zero, da allora, si puo' dire che inizi l'era del trial moderno, fatto di spostamenti e di scatti e colpi di reni velocissimi, dalla bici al trial a motore.
Ecco la prima versione di serie della Bmt, detta, a quei tempi, Trial-Sin, cioe trial senza il motore, la Montesita T 15, anno 1978, in realta' la prima fu la T 12.



Inutile dire che ruppi il salvadanaio, e mi  precipitai dal concessionario Montesa di Torino, la ditta Tosa, e me ne procurai subito una, folgorato dai numeri dei primi bici-trialisti, il piu' famoso fu Ot-Pi, diventato poi testimonial Montesa:



La bici era difficilissima da guidare, impossibile pedalare per via del rapporto 1: 1 tra pignone e corona, in pratica si doveva procedere a freni quasi sempre bloccati, utilizzando grandi colpi di reni e spostamenti continui della bicicletta, diciamo che era moolto piu' facile vedere i numeri dei campioni che usarla...

Mi ero Husqvarnato pure io, con la Sm 610, una specie di pre-690...



moto senza infamia ne' lode, mi ricordo che pistonava parecchio, aveva un'erogazione da trattore, per il resto non andava male, sotto il vestito da aggressiva supermotard (con il portapacchi di serie... ), si nascondeva una innocua moto tuttofare, ovviamente era un pochino tirata al risparmio, ma ci facevano pure un trofeo di supermotard dove non andavano di certo piano con quel trattorino, erano i tempi dei traversoni sull' asfalto dei kartodromi, dopodiche' il supermotard e' stato veramente una meteora..
Eddy Seel intraversava tutt'e due le ruote, idolo....

Perfetta disamina della tecnica adottata da Marc Marquez di Vittoriano Guareschi:

"Quanto all'episodio della "quasi caduta" di Marc, vorrei dire che lui fa' cosi' perche' lo sa' fare. Tutte le volte che questo problema accade a lui, riesce a rialzare la moto e si salva: non puo' essere un caso. Marquez riesce a percepire in una frazione di secondo quando sta per perdere aderenza sull'anteriore, e reagisce. Solo lui e' cosi'. Quando si arriva al punto in cui Marc si accorge che si sta chiudendo lo sterzo, toglie il carico sull'anteriore e mentre alleggerisce l'anteriore, mette al suolo il ginocchio e il gomito che fanno da sostegno: lo toglie cosi' il carico, impedendo che la gomma, avendo grip, spinga la moto all'esterno. Quando la moto riprende quel grip, Marc riporta lo sterzo nella posizione corretta e si puo' rimettere in pista.
Una cosa del genere non la fai perche' ti alleni: e' una sensibilita', una reattivita' che devi avere dentro."
E io aggiungo che sulla ruota anteriore l'elettronica non lavora.