Autore Topic: Una triste realta'  (Letto 7290 volte)

Offline kermit

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Re: Una triste realta'
« Risposta #15 il: 18 Maggio 2012, 18:27:21 »
sui tempi verbali è vero ma vorrei vedere qua dentro quanti parlano quotidianamente il passato remoto o l'imperativo

beh... l'imperativo... chi ha moglie lo sente spesso!!  :hehe: :hehe: :hehe: :pugni:
« Ultima modifica: 21 Maggio 2012, 23:38:12 da kermit »
Cerchiamo di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato!

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Offline Fulvio 55

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Re: Una triste realta'
« Risposta #16 il: 18 Maggio 2012, 23:01:25 »


E questo se non lo so io, che vivo nel profondo nordest... dove si dà la prevalenza al "fare" ed al "prendere" a discapito del "come" e del "capire"...  :73:
[/quote]

Nei miei giri passo ogni tanto il confine SLO-ITA di Polava, sotto il Matajur.
Lì vive una comunità di monaci tibetani, conosciuta tramite la parrocchia di Manzano che gestisce una casa-vacanze di cui era ospite mia figlia assieme ai suio compagni di scuola alle medie..
Sono stati invitati dal parroco a spiegare a noi(genitori e figli) il loro pensiero e stile di vita. Bellissimo, li privilegiano proprio il "come" e " capire" e come siamo piccoli nel mondo!

Ad ogni passaggio da quelle parti, mi fermi, tolgi il casco, e faccio un'inchino alla statua del Buddah...riparto sereno!

mandi mandi


avanti adagio....quasi indietro!

Offline Valchisun

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Re: Una triste realta'
« Risposta #17 il: 19 Maggio 2012, 00:45:06 »
Guardate che non e' il linguaggio,non e' certo quello che puo' scandalizzare, perche' oramai parliamo tutti piu' o meno cosi'... e' che non c'e' proprio nient'altro dietro al linguaggio, tabula rasa, e' quello che preoccupa, provate ad intavolare un discorso anche soltanto di auto o di moto, o anche di calcio... sm415, oltre quei zioffa', figaaa,minchia, non c'e' piu' niente.... :tris:
Noi a 14 anni, se si parlava anche soltanto di carburatori e di espansioni, qualcosa riuscivamo ad articolare, magari anche a tenere testa ad un adulto, provate un po' adesso..... sm41 sm41 sm41 sm470

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sgnaus

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Re: Una triste realta'
« Risposta #18 il: 19 Maggio 2012, 05:52:24 »
no dai, non generaliziamo! ci sono ragazzi svegli e intelligenti oggi come un tempo, poi ci sono i rimbamba di sempre che non sono mai mancati, esattamente come una volta. l'intelligenza non è generazionale altrimenti sarebbe un dramma e noi che siamo i genitori chi saremmo, quelli delle pere? i nostri nonni invece non sono forse quelli che hanno dato vita al nazismo? capirai che acume...
io sono contento dei ragazzi, ho completa fiducia nelle persone non m'interessa la generazione, quando passa uno scooter smarmittato mi basta ripensare alla cagate che facevmo noi una volta e mi rimetto in pace col cuore
 sm08

Offline alex

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Re: Una triste realta'
« Risposta #19 il: 19 Maggio 2012, 09:14:00 »
Noi a 14 anni, se si parlava anche soltanto di carburatori e di espansioni, qualcosa riuscivamo ad articolare, magari anche a tenere testa ad un adulto, provate un po' adesso..... sm41 sm41 sm41 sm470

Questo intendevo, prima!
Comunque, verissimo anche che ci sono molti ragazzi che hanno idee ed opinioni, e sanno esprimerle propriamente. Per fortuna ho un esempio molto vicino a me. Diciamo allora che esiste oggi un vasto terreno di sottocultura urbana? Ma se così fosse è dovuto a disinteresse o cosa?
Vero è che un genitore di oggi, come me, dedica molto meno tempo non dico ad educare un figlio, ma finanche a controllare che il suo sviluppo anche culturale si dipani in modo corretto ed adeguato. Modalità e ritmi lo rendono quasi impossibile, così come anche il semplice dialogo profondo coi nostri figli. Diciamo che siamo costretti a fidarci di loro e dei loro precettori. E lì, alla fine, la differenza la fa sicuramente la preparazione e la professionalità dell'insegnante, ma soprattutto, come sempre, l'autodisciplina e il buon senso di un soggetto.
"Noi" eravamo immediatamente a traino della Beat generation, quelli degli anni di piombo, imbevuti di esistenzialismo e di idealismo in tutte le salse. La generazione successiva è tuttora definita "X" generation in quanto priva di ideali, valori, ambizioni e prospettive. Poi mi pare di aver visto una gran forbice nella strada che i giovani prendono nel loro cammino formativo-culturale. Per alcuni prevale ancora la cultura del baretto e l'unica fonte di informazione è la Gazzetta dello sport, per altri è vitale possedere un I-phone e con questo viene risolta la loro necessità esistenziale, e per altri c'è una sorta di autoformazione che arriva ad essere anche ad ampio spettro, come a cercare i contenuti idonei per sé stessi.
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Re: Una triste realta'
« Risposta #20 il: 19 Maggio 2012, 09:32:49 »
Concordo completamente con Sgnaus, criticare i giovani d'oggi mi sembra fin troppo facile. Proviamo a metterci nei loro panni e forse la visuale cambia. Aspettative lavoro dopo anni di studio: zero, aspettative di formarsi una famiglia:zero, aspettative di vecchiaia tranquilla con una bella pensioncina:zero. Questa è l'eredità che lasciamo loro, noi "generazione fortunata "sia rispetto ai nostri genitori che venivano dalla guerra, che rispetto ai nostri figli che come prospettiva hanno ben poco. Io essendo padre di due ragazze ho il polso della situazione e continuamente mi pongo domande su quale sarà il loro futuro e sono convinto che la miglior cosa da fare sia dare loro il miglior esempio possibile ma sforzandosi di comprenderli e non fare paragoni con noi perchè come già detto erano altri tempi. Dai, diamo un pò di fiducia a questi ragazzi. Dalle mie parti si dice che "dopu an temp ai na ven naut"(dopo un tempo ne viene un altro).  

Offline Guidolavespa

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Re: Una triste realta'
« Risposta #21 il: 19 Maggio 2012, 09:38:19 »
alex, i terzi primari rimaniamo noi.
i loro precettori come li chiami tu sono i terzi secondari ma tutto inizia e continua da noi.
non nascondiamoci dietro ad un "oggi i ritmi non mi consentono..."
è vero, oggi siamo piu' in giro e meno a casa, la vita è diversa ma anche se solo passassimo il tempo che stiamo dul forum coi nostri figli già sarebbe un miglioramento non trovi?
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Offline alex

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Re: Una triste realta'
« Risposta #22 il: 19 Maggio 2012, 09:42:47 »
Non mi nascondo. Ma sono anche convinto che il nostro lavoro sia quello di dare la spinta alla barca dalla riva, non di timonare. Hanno qualcosa di proprio da sviluppare e prima ancora da ricercare. Non sono dei nostri replicanti nè dei condannati alle nostre ambizioni, frustrazioni o rivalse. Devono decidere per sè stessi e maturare prima possibile. Noi secondo me dobbiamo solo controllare che l'inizio del processo sia sano e lecito. poi non ci resta che sperare, mentre si alzano le vele e le vediamo allontanarsi.


tanto per rendere una idea, prendendo spunto da una realtà familiare pubblica e alquanto significativa:

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Offline Valchisun

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Re: Una triste realta'
« Risposta #23 il: 21 Maggio 2012, 13:40:17 »

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Offline menca

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Re: Una triste realta'
« Risposta #24 il: 21 Maggio 2012, 13:50:18 »

Offline kermit

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Re: Una triste realta'
« Risposta #25 il: 21 Maggio 2012, 23:43:57 »
alex, i terzi primari rimaniamo noi.
i loro precettori come li chiami tu sono i terzi secondari ma tutto inizia e continua da noi.
non nascondiamoci dietro ad un "oggi i ritmi non mi consentono..."
è vero, oggi siamo piu' in giro e meno a casa, la vita è diversa ma anche se solo passassimo il tempo che stiamo dul forum coi nostri figli già sarebbe un miglioramento non trovi?
oppure possiamo iscrivere i figli al forum e comunichiamo qui!
 :singing:
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