Autore Topic: Questo e' per i Guzzisti  (Letto 970 volte)

Offline Valchisun

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Questo e' per i Guzzisti
« il: 08 Marzo 2013, 21:38:31 »
Questo e' un altro Guzzista convinto, guardatevi le foto della gallery, chapeu! adoremus adoremus adoremus



http://www.motociclismo.it/guzzi-che-altro

Ktm Super Duke 1290 R

Offline kermit

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Re: Questo e' per i Guzzisti
« Risposta #1 il: 10 Marzo 2013, 00:42:02 »


il mio centauro......
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Triumph scrambler 1200
EM escape

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Offline alex

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Re: Questo e' per i Guzzisti
« Risposta #3 il: 03 Aprile 2013, 09:02:19 »
Un bell'articolo, spietato ma in fondo per sentimento.  :OK:
Aprilia SL1000 Falco "Zia Frankenstein"
SWM RS 500 R

sgnaus

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Re: Questo e' per i Guzzisti
« Risposta #4 il: 03 Aprile 2013, 10:19:14 »
Un bell'articolo, spietato ma in fondo per sentimento.  :OK:
si ma dice un sacco di cazz... ops! imprecisioni... "...perché interpretavano il settore come nessun'altra. All'epoca - come oggi - ci si accapigliava per fare la moto mezz'etto più leggera, mezzo CV più potente; le Guzzi queste insicurezze mica le avevano. Eppure guidarle era una vera goduria" le guzzi di cui parla ballerini, non interpretavano nulla, erano figlie dell'immobilismo economico dell'azienda che non cacciava il grano ed erano così non per scelta tecnica, ma per una banale conseguenza. le moto della serie sportiva, erano dure da guidare ma non davano emozioni, per averle bisognava modificarle e molto, nessuno le lasciava originali: chi montava i semimanubri più larghi, chi segava il forcellone per farci stare il copertone da 140 al posteriore, chi togleva il ridicolo ammortizzatore di sterzo, chi ancora inventava capriate posteriori sul forcellone per alzare la moto e caricarla un pelo di più sull'anteriore sfilando da sopra le forcelle: trovare una moto guzzi non modificata oggi, è cosa difficile. ricordo un articolo di patrignani che le definiva "un terreno appena dissodato su cui lavorare a fondo per averne dei frutti" e questo erano in realtà le guzzi, moto da modificare. le quote ciclistiche erano il risultato del dover introdurre un motore vecchio già di trent'anni in un ottimo telaio che non pesava di più di quello ducati, ma davanti c'era l'alternatore e l'accesione che obbligavano ad un angolo di sterzo determinato, dietro c'era il blocco del cambio responsabile tra l'altro, dei venti chili in più rispetto alla concorrenza. con la serie v 11 si apre la stagione dei telai a montante centrale a sezione rettangolare ed è la fase produttiva delle intuizioni del dr john wittner vecchie ormai di 15 anni. l'erogazione dei motori era lineare proprio perchè le masse volaniche erano esageratamente pesanti, gran coppia ai bassi regimi e un allungo che non finiva più nonostante il limite posto a 7.500 giri, se volevi una moto che anche in termini di prestazioni desse qualcosa di più su tutto l'arco, bastava sostituire il volano con uno del peso inferiore al kg e la moto, cambiava come dal giorno alla notte. ma il magazzino era pieno di quei volani da un kg e mezzo e passa e alla moto guzzi non si è mai buttato via nulla... questa è la verità. i tecnici guzzi avrebbero fatto altro se solo avessero potuto, tant'è vero che tutte le modifiche apportate negli anni non sono mai state vere e proprie rivoluzioni, ma solo ridicoli aggiornamenti fino all'avvento appunto della v11. provate a pensarci: montarono le ruote da 16" ma non modificarono il telaio con il risultato che le moto erano ancora più difficili di prima, rimontarono la ruota posteriore da 18" ma mantennero quella anteriore da 16" sempre senza modifiche al telaio e l'avantreno risultava leggero. la v11 non fu solo il punto di svolta del telaio e delle quote ciclistiche, cambiò anche la trasmisisone cardanica, l'ammortizzatore posteriore, il diametro delle ruote e la sezione degli pneumatici. quello fu il vero cambiamento ma giunse tardi di almeno una ventina d'anni!