In occasione del 1° raduno di motoalpinismo.it a cui ha partecipato anche Chicco Molteni importatore della Scorpa in Italia, abbiamo realizzato il test della nuova Scorpa SR 280 R modello 2011.
Teatro della prova è stato il magnifico scenario di Pompeiana che oltre ad offrire panorami mozzafiato mette a disposizione del trialista o del motoalpinista percorsi molto diversi e divertenti.
La Scorpa, ora di proprietà di Marc Tessier titolare anche della Sherco, oltre ad aver acquisito una iniezione di flussi finanziari eredita anche la tecnologia che Sherco ha sviluppato in questi anni ed in effetti la nuova SR è motorizzata con il propulsore della Sherco trial versione 2010.
A mio avviso la filosofia costruttiva che segue Scorpa mira a dare al mercato prodotti per gli appassionati e non esasperati come richiedono gli agonisti da tabella rossa, in effetti Sherco giustamente realizza con la ST 2.9 un prodotto con caratteristiche più corsaiole per non sovrapporsi alla cugina.
Rispetto alla vecchia SY la nuova SR ha in comune solo le forme del serbatoio e del telaio ma non esiste un pezzo uguale, la moto è stata completamente ridisegnata nelle quote e rivisto anche in funzione del motore Sherco molto più piccolo del vecchio Yamaha, si pensi che solo il blocco motore risulta essere di ben 6 cm più stretto oltre ad essere più leggero.
La SR 280 R si pone a metà strada tra la vecchia SY e le moderne racing, come si è in movimento si percepisce immediatamente il grande lavoro che è stato fatto, la moto risulta essere stabile ma decisamente più leggera della sua precedente versione. Lo sterzo è leggero anche nelle manovre lente e in movimento, grazie al motore più pronto, la moto è reattiva senza però mettere in imbarazzo, "ti lascia il tempo di pensare".
Il motore, come dicevo prima, rispetto al vecchio pacioso Yamaha oggi è più veloce a prendere giri, è pulito nella sua progressione ed anche la frizione segue la stessa filosofia risulta essere più precisa e rapida nello stacco ma senza avere l’effetto on/off di altre realizzazioni sul mercato.
Le sospensioni sono buone ed in particolare la forcella che assorbe bene senza restituire al pilota reazioni violente, anche il mono senza link spinge bene sui gradini anche se, per le mie modeste capacità, non ho provato su gradini importanti.
Buona la frenata soprattutto all’anteriore.
Devo dire che la moto mi ha sorpreso e rispetto alla precedente versione non ha proprio nulla a che vedere e, se dovessi paragonarla ad altre sul mercato, la vedo vicina alla GasGas senza però essere estrema come quest’ultima.
Ho notato una qualità costruttiva decisamente migliore rispetto al passato, certamente ha perso un po’ il fascino artigianale a cui ci aveva abituato la vecchia SY ma la precisione degli assemblaggi e la qualità dell'insieme è migliore. Rispetto alla cugina ha le piastre della forcella e le pedane di qualità superiore mentre mi piace meno il silenziatore.
Vista con l’ottica del moto alpinista la reputo una moto molto appetibile per la sua facilità d’uso, inoltre il motore ha mostrato un’ottima affidabilità sulle Sherco ST del 2010. Altro plus non indifferente è la possibilità di poter montare il kit Long Ride che offre un serbatoio da 5 litri ed una piccola sella che permettono al “randonneur” una maggiore autonomia.
Lamberto